L'ANALISI
07 Settembre 2022 - 05:00
PIZZIGHETTONE - Tornano i servizi ambulatoriali presso la casa di riposo ex Fondazione Mazza. Il primo ripristino è quello che riguarda il centro prelievi, che era stato sospeso più di due anni fa e che ora è di nuovo a disposizione dei residenti per due mattine a settimana. E così la rsa, che dalla scorsa primavera è stata assorbita dall’istituto Vismara-De Petri di San Bassano, riapre le porte all’esterno.
«Riaprire il centro prelievi era stato uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati – spiega Marco Milesi, vice direttore del Vismara e fino ad alcuni mesi fa componente dell’ultimo cda del Mazza –. Il servizio è nelle giornate del mercoledì e del venerdì dalle 7 alle 8.30 senza prenotazione: basta presentarsi con l’impegnativa». Una bella opportunità soprattutto per chi fatica a spostarsi da Pizzighettone e, infatti, la novità è stata accolta positivamente dai cittadini. Basta scorrere i commenti su Facebook: «Ottimo servizio per tutti noi», è quello che va per la maggiore.
Ma le buone notizie non sono finite, perché dopo l’ambulatorio per i prelievi del sangue a breve verrà ripristinato anche quello di fisioterapia, che era a sua volta stato sospeso. «Anche questo è un servizio molto richiesto e che ci eravamo prefissati di riaprire – continua Milesi –, a frenarci sono stati gli intoppi burocratici e poi le problematiche di natura finanziaria che avevano interessato il Mazza. Ma ora che abbiamo riequilibrato la situazione, stiamo pensando di ampliare l’offerta e il prossimo passo sarà appunto al fisioterapia».
Insomma, tutto l’opposto di quanto si temeva, ovvero tagli e riduzione delle prestazioni a servizio della comunità. «Al contrario – conclude Milesi – e tra l’altro siamo anche andati a regime con i posti, perché ad oggi tutti i 96 di Pizzighettone sono occupati». Si aggiungono ai 424 di San Bassano e ai centri diurni. Sembrano dunque in fase di concretizzazione i vantaggi che la fusione si era prefissata nello statuto: «Miglioramento in termini di efficienza nella restituzione del capitale di debito»; «gestione centralizzata dei servizi non di core business, che oggi sono in parte appaltati all’esterno (servizio cucina) e che potrebbero essere in una sola struttura a beneficio di entrambe le realtà»; «risparmio di costi legato ad economie di scala sugli acquisti grazie alla maggiori dimensioni acquisite» e centralizzazioni di figure professionali «quali professionisti legali, fiscali, organo di vigilanza, revisore dei conti, con un risparmio in termini di costi».
Archiviate le polemiche che hanno preceduto la fusione stessa, ora l’unica incognita che pesa sulla grande struttura di Pizzighettone e San Bassano è la stessa che affligge tutte le rsa del territorio: l’aumento dei costi energetici. E proprio la direttrice, Maria Grazia Ventura, ne ha parlato nei giorni scorsi sottolineando che nella sola sede sanbassanese nel mese di luglio la bolletta è passata da 60 mila a 220 mila euro. «Con Arsac stiamo ragionando sul da farsi – ha detto –, ma temo che se non ci sarà un intervento dall’alto ci troveremo costretti a ritoccare le rette. Si tratta di costi per noi totalmente imprevisti. Parliamo inoltre di un settore già messo a dura prova dal Covid. Anche se, a dire il vero, aumenti simili avrebbero creato problemi anche senza pandemia».
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