L'ANALISI
03 Settembre 2022 - 08:07
Girolamo tartaglione con il suo nipotino e l'azienda di Pontevico dove si è consumata la tragedia
CREMONA - «Siamo distrutti. Non riusciamo ancora a capacitarci. Girolamo era una persona fantastica, impazziva per suo nipote. Per essere contento, gli bastava stare con mio figlio». Non si dà pace la cognata Nicoletta. Tre anni fa, con il marito Manuel Tartaglione, 25 anni, un lavoro all’acciaieria Arvedi, e il loro figlio Maurizio, di 4, ha lasciato Foggia per Cremona. La famiglia abita al secondo piano di una palazzina in via Bissolati, 92 A. Qui, alle nove e mezza di ieri mattina, è piombata la tragica notizia della morte di Girolamo. «Sono arrivati due colleghi», racconta Nicoletta. Girolamo a Cremona era arrivato nel settembre del 2021. Si era trovato un lavoro all’Eural Gnutti, a luglio di quest’anno era stato assunto a tempo indeterminato. L’operaio aveva scelto Cremona per stare accanto al fratello e all’«amatissimo» nipotino. Si era preso una casa in affitto in via Bergamo. Ieri da Foggia è partita la madre Anna, dal Trentino il padre Maurizio. Non si dà pace, Nicoletta: «Ora dovrò dire al mio bambino che lo zio non c’è più. Erano legatissimi».
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