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VERSO LE ELEZIONI. L'INTERVISTA

Gelmini in trincea: «Sì al Terzo Polo: è l’unica risposta»

«Se avessi voluto avere un seggio sicuro sarei rimasta in Forza Italia ma ho giurato sulla Costituzione e non posso tradire i miei valori. Nei trasporti Cremona non può più essere la cenerentola lombarda»

Marco Bencivenga

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mbencivenga@laprovinciacr.it

27 Agosto 2022 - 05:30

Gelmini in trincea: «Sì al Terzo Polo:  è l’unica risposta»

Gelmini, Calenda, Carfagna

CREMONA - Ministro Gelmini, il 25 settembre gli elettori cremonesi troveranno il suo nome sulla scheda voto del collegio plurinominale per il Senato che comprende anche le province di Brescia, di Bergamo e di Mantova: come si gestisce la candidatura in un bacino tanto esteso e poliforme, oltretutto in una campagna elettorale così breve e… fuori stagione?


«Credo che i cremonesi, come del resto tutti gli italiani, avrebbero fatto volentieri a meno di questa campagna elettorale - premette l’onorevole bresciana, ministro per gli Affari regionali e per le autonomie del Governo Draghi, dopo essere stata ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel quarto Governo Berlusconi (2008 -2001) e per tre anni capogruppo di Forza Italia alla Camera -. In queste settimana e facciamo i conti con la crisi energetica, con l’aumento dei prezzi e la carenza delle materie prime, dobbiamo attuare le riforme e gli investimenti previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, fronteggiare la crisi idrica e arginare un virus resiliente che pare non voler andar via... Insomma, abbiamo tante partite complesse da affrontare e alcune forze politiche - mi riferisco a Forza Italia, Lega e M5S - anziché dimostrare senso di responsabilità e guardare all’interesse del Paese hanno preferito mandare a casa Draghi e condannarci all’instabilità. Di fronte a tante emergenze, sono sicura che Cremona, al pari di Brescia, di Mantova e di tutta la Lombardia, quest’estate avrebbe preferito la serietà e la concretezza del Governo, piuttosto che i comizi e gli slogan elettorali».

Chi dà valore alla territorialità critica i candidati che non vivono nel territorio in cui chiedono voti agli elettori: lei è bresciana, per la sua lunga attività politica non è certo sconosciuta ai cremonesi, ma come risponde a chi la giudica una «paracadutata»?

«Sono lombarda, ho frequentato il ginnasio a Cremona, da ex studentessa del Manin conosco bene la città. Per questo non sono né mi sento una paracadutata. Conosco bene la realtà e le richieste che arrivano da questo territorio: penso al mondo produttivo, alle imprese massacrate dall’inflazione e dal caro bollette, al settore agricolo che lotta ogni giorno per tutelare le proprie produzioni, oltre che per salvaguardare i posti di lavoro e il Made in Italy. Queste sono le priorità degli italiani e su questo è concentrata Azione. Non c’è tempo da perdere».

Di fronte alla scelta di Lega, Forza Italia e M5S di far cadere il Governo Draghi, lo scorso luglio lei non ha esitato un attimo a lasciare Forza Italia, il partito in cui ha sempre militato con grande convinzione. In una politica abituata a «digerire tutto», quante vale oggi la coerenza?

«Vale molto. Se avessi voluto un seggio sicuro sarei rimasta in Forza Italia, una porta ormai succube di Salvini e del tutto spostata a destra. Impossibile andare avanti, senza tradire i miei valori. Per questo ho scelto la coerenza del lavoro svolto negli ultimi 18 mesi al servizio del Paese. Ho giurato sulla Costituzione e il governo Draghi, voluto dal presidente della Repubblica Mattarella, ha lavorato costantemente per superare prima la crisi pandemica e poi per rilanciare l’economia. Non mi sono sentita di condividere con Forza Italia e Lega la responsabilità di aver cacciato Draghi. Non mi sono piaciute le ambiguità sui vaccini e sulla Russia. Per questo ho scelto Carlo Calenda, che ha sempre sostenuto Draghi, e Azione, una forza europeista e atlantista, due valori in cui credo».

Azione è la formazione politica che più di tutte si rifà all’agenda Draghi e, fin d’ora, si dice favorevole al ritorno a Palazzo Chigi dell’attuale Presidente del Consiglio. Anche queste sono ragioni che l’hanno spinta ad aderire al partito fondato da Calenda?

«La scelta che ho fatto parte dal principio che siamo di fronte a due realtà destinate a portare l’Italia alla paralisi: la destra a guida sovranista ci spinge ai margini dell’Europa e la sinistra che ha reclutato il peggior massimalismo ci può portare alla bancarotta. Il Terzo polo è la migliore proposta possibile basata sulla serietà e sulla concretezza».

Da ex forzista, la mancata alleanza elettorale di Azione con il Partito Democratico e il centrosinistra le suscita più sollievo o rimpianti?

«Devo ammettere che quello che accade nel Partito Democratico non mi ha mai appassionato più di tanto. Sono contenta che Carlo Calenda, con coraggio e determinazione, abbia deciso di invertire la rotta quando si è reso conto che proseguire con Letta sarebbe stato controproducente. E sono ancora più contenta del patto con Italia Viva: insieme lavoriamo per diventare la casa dei liberali, dei popolari e dei riformisti. La casa di chi sceglie un’alternativa credibile per il Paese, alternativa alla destra della Meloni e alla sinistra di Fratoianni. Taglio del cuneo fiscale, no alla patrimoniale o a nuove tasse, assegno unico per i figli, battaglia al nutriscore a difesa delle nostre eccellenze, detassazione totale per i giovani under25, industria 4.0 e ITS: questa è la nostra proposta».

Cremona e Mantova rappresentano il Sud della Lombardia, un’area con una forte vocazione agricola, grandi eccellenze in campo alimentare, un importante patrimonio artistico, ma anche enormi ritardi infrastrutturali, dai collegamenti su gomma ai trasporti su rotaia: quali impegni si sente di assumere su queste materie in caso di elezione al Senato?

«C’è sicuramente molto da fare in termini di infrastrutture, perché il sud della Lombardia va connesso stabilmente con Milano e con la rete nazionale. Non può più essere una specie di Cenerentola del territorio lombardo. Penso anche al servizio ferroviario del tutto insufficiente. Vanno date risposte subito, al di là del campanilismo politico, cogliendo anche l’opportunità che ci offre il PNRR».

In poche parole: perché gli elettori cremonesi dovrebbero votare per lei?

«Non credo alla favola del voto utile che premierebbe destra o sinistra. C’è una terza via, quella rappresentata da Azione e Italia Viva. Tra il sovranismo e la paralisi c'è la scelta della crescita e delle riforme. Se dovessi essere eletta, sono pronta a portare in Parlamento le istanze di tutto il territorio lombardo, da Brescia alla realtà cremonese».

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