L'ANALISI
25 Agosto 2022 - 17:26
CREMONA - L’iniziativa è nazionale ma Fipe-Confcommercio locale aderisce con convinzione, certa che l’adesione delle attività locali strangolate dal caro energia sarà massiccia: scatta anche a Cremona e in provincia la campagna «Bollette in vetrina», una sorta di «operazione trasparenza» per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti quale è la situazione in cui le imprese sono costrette a operare.
Alessandro Lupi, presidente di Fipe Cremona (la Federazione dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio), spiega: «Nei prossimi giorni, i gestori dei pubblici esercizi nostri associati, riceveranno una cornice da appendere nei propri locali per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell'energia elettrica. Si tratta di una situazione drammatica, con bollette triplicate rispetto a un anno fa a causa dell’impennata dei prezzi di elettricità e gas. Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del Governo».
L’obiettivo è già chiaro a tutti e anche da tempo: rendere evidente, nero su bianco, su carta in quadro, cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante: «E lo vogliamo fare anche per spiegare ai clienti perché c’è il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti o della sospensione delle attività — entra nel merito Lupi —. Fino a questo momento le imprese della ristorazione italiana si sono rivelate le più virtuose d’Europa, ammortizzando gli extra costi senza scaricarli sulla clientela. Ma il sistema ora non è più sostenibile e soprattutto rischia di avere ulteriori peggioramenti con i prossimi contratti che molti colleghi dovranno stipulare dal 2023».
Cita la propria situazione, Lupi: «Metterò in vetrina che a luglio sono passato da una bolletta dell’energia di 3.500 euro nel 2021 ad una del 2022 di 10.500. Se il Governo non interviene subito e con un’azione concreta, ci sarà il concreto rischio di sospendere l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare».
Stefano Anceschi, direttore generale di Confcommercio Provincia di Cremona, sostiene la protesta e specifica: «La situazione è decisamente preoccupante; secondo i dati dell’Osservatorio Confcommercio Energia, in collaborazione con Nomisma Energia, nel 2022 le imprese del terziario spenderanno in energia 33 miliardi di euro, il triplo rispetto all’anno precedente, in cui la bolletta fu di soli 11 miliardi (più del doppio rispetto ai 14,9 miliardi del 2019). La corsa continua degli aumenti dell’energia e un’inflazione prossima all’8%, per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, mettono a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120 mila imprese del terziario di mercato e 370 mila posti di lavoro».
È uno scenario che desta forte preoccupazione e che, in assenza di interventi specifici e nuove misure di sostegno, rischia – anche alla luce delle ulteriori restrizioni nella fornitura di gas annunciate dalla Russia — di ampliare il numero di imprese che potrebbero cessare l’attività e causare una forte frenata all’economia nella seconda parte dell’anno, soprattutto se non ci sarà un immediato intervento del governo. Per questi motivi, puntando a sopravvivere, sia Confcommercio che Fipe chiedono misure urgenti al Governo per estendere e rafforzare il credito di imposta contro il caro bollette.
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