L'ANALISI
14 Agosto 2022 - 05:05
CREMONA - Il nuovo studio dell’Osservatorio Cisl sulla cassa integrazione si è concentrato sul raffronto fra le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps nel 1° e 2° trimestre del 2022, in Provincia di Cremona, con le ore dello stesso periodo pre – pandemico del 2019.
Dal confronto risulta chiaramente che la situazione economica pre-pandemia non è stata raggiunta completamente: se è vero che il prodotto interno lordo anche a livello provinciale è ripreso significativamente, il ricorso agli ammortizzatori sociali, nel 2022 superiore al 2019, indica che la situazione economica presenta ancora delle difficoltà.
Infatti, nel 1° e 2° trimestre del 2022 sono state utilizzate, complessivamente, 315.662 ore nei primi tre mesi e 290.642 ore nel secondo trimestre, rispetto alle 300.817 ore del 1° trimestre 2019 e alle 285.048 del 2° trimestre 2019. Si tratta, in termini percentuali, di un aumento del 5% fra il 1° trimestre del 2022 rapportato al 2019, e del 2% fra il 2° trimestre del 2022 e il 2° trimestre 2019.
Se poi confrontiamo quale cassa è stata utilizzata, vediamo che si è trattato prevalentemente di quella ordinaria, mentre la cassa in deroga e quella straordinaria sono state poco utilizzate. In particolare, è positivo che il ricorso alla cassa straordinaria sia stato molto basso, poiché questo ammortizzatore sociale viene impiegato per ristrutturazioni o cessazioni delle attività.
Tuttavia, l’alto numero di ore di cassa ordinaria testimonia che l’emergenza economica non è affatto finita, e che permane una situazione di criticità economica da non sottovalutare.
Infatti, nel 1° e 2° trimestre 2022, le ore di cassa ordinaria sono state rispettivamente 299.872 e 285.130, rispetto allo stesso periodo del 2019 con 248.401 ore nei primi tre mesi e 178.781 ore nel trimestre successivo. Pertanto, si è riscontrato un aumento del 21% nel 1° trimestre del 2022 rispetto al 2019 e di ben il 59% nel 2° trimestre del 2022 sul 2019.
«E’ stato insensato ed incomprensibile far cadere il Governo Draghi, e aprire un crisi di Governo con il Paese ancora alle prese con la pandemia, la crisi economica, sociale e geopolitica», commenta il segretario generale della Cisl Asse del Po, Dino Perboni. «A questo si aggiunge il rischio che le importanti risorse del Pnrr, occasione che non possiamo perdere, vadano invece perdute. Con la caduta del Governo Draghi, il rischio concreto di veder vanificata l’attuazione del Pnrr non è affatto scongiurato. Questo sarebbe un danno per il territorio, e per il suo impegno alla transazione ecologica, alla digitalizzazione, alle innovazioni, all’economia circolare, all’attrattività per e verso i giovani, e a moltiplicare le reti trasversali sulle pari opportunità per far crescere l’occupazione femminile».
Per questo, «serve un Patto per il lavoro e lo sviluppo fra istituzioni, associazioni datoriali e parti sociali per consolidare e rafforzare il tema Pnrr nel quadro di un rilancio duraturo ed inclusivo dello sviluppo economico e sociale del Paese».
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