L'ANALISI
28 Luglio 2022 - 05:00
CREMONA - Il palazzo delle Poste «impacchettato» per dare nuovo smalto alla facciata della sede centrale: realizzata fra il 1926 e il 1929, anno dell’inaugurazione, su progetto dell’architetto Roberto Narducci, quell’intervento si inserì nel più ampio progetto di rinnovamento urbanistico ed edilizio del centro storico, sull’asse di via Verdi e corso Campi. Ora, da qualche giorno, è in corso il restyling, operazione legata all’iniziativa di valorizzazione e restauro di 100 sedi storiche promossa da Poste Italiane col claim «100 facciate».
Perché nell’anno in cui Poste Italiane celebra i suoi 160 anni, i palazzi di Poste continuano a rappresentare un punto di riferimento sul territorio nazionale e ad essere un simbolo della bellezza architettonica e della storia d’Italia. Nello specifico, il palazzo della sede cremonese, oggi come ieri, è emblema di un’epoca e ricopre un ruolo di indiscutibile testimonianza storica e di maestosa autorevolezza.
Del resto, i palazzi di Poste spesso sono opere d’autore e nelle loro più diverse declinazioni artistiche e strutturali hanno rappresentato negli anni la trasformazione che il Paese ha vissuto tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopo guerra. Anche dal punto di vista della cultura architettonica hanno contribuito a delineare il contorno di una inedita modernità: soprattutto dagli anni ’30 del Novecento, nel segno dello stile razionalista. Senza dimenticare l’importante ruolo sociale che hanno rappresentato per tutte le generazioni e in ogni epoca.
L’intervento sul palazzo di Narducci interesserà il risanamento conservativo della facciata per un investimento superiore ai 700 mila euro, con azioni di finitura ad intonaco e pulizia delle parti in pietra. Il progetto esecutivo è stato realizzato dalla società Lombardini 22 e i lavori dovrebbero concludersi entro il primo semestre del 2023.
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