L'ANALISI
18 Luglio 2022 - 05:30
CREMONA - La corrente è poca, e l'acqua non ride più, e così il Po non segnala i pericoli che si nascondono sotto la sua superficie. La navigazione a motore diventa molto pericolosa, tanto che ieri, domenica, giornata solitamente dedicata alla gita in barca, di imbarcazioni sul fiume se ne sono viste poche, molto poche.
Del resto con il livello che alle 17 segnava meno 8 metri e 50, vale a dire a cinque centimetri dal record, e con i canali di navigazione che non superano il metro e mezzo nel tratto cremonese, navigare non è sicuro.
Cremona è come se fosse chiusa da due grandi secche. La prima a monte, tra la punta del Cristo e il pennello della Maginot, proprio alla confluenza tra il Po e il Po Nuovo enormi banchi di sabbia, a pelo d'acqua, sbarrano la rotta, le barche, anche quelli di pescaggio minimo rischiano di arenarsi, si passa, ma a proprio rischio e pericolo, tra angusti canali, per di più costellati da tronchi fossili. Per non parlare poi del tratto di Po Nuovo a monte del Manola e di Spinadesco, i banchi sembrano barene veneziane, e solo gli uccelli che zampettano, a centinaia, tra l'acqua e la sabbia, si e no due centimetri di livello, avvisano il navigatore che è meglio tornare indietro, impossibile dunque arrivare alla foce dell'Adda.
Un altro grande banco di sabbia a pelo d'acqua si è formato poco prima del Sales, appena terminato il pennello dell'Isolone, un'ampia distesa che un segnalatore rosso indica, per passare occorre navigare sottocosta, molto sottocosta, con il rischio di urtare qualche 'socca' incastrata nei massi, mentre si fa sempre più grande il deposito di mattoni emerso nei giorni scorsi, e forse anche più interessante, visto che secondo qualcuno è proprio in direzione della colonna del Lazzaretto, e forse prima che spariscano (lo si spera tutti) sotto il Po sarebbe meglio che qualche esperto desse un'occhiata.
Navigando ancora verso sud in riva destra l'Arda (in territorio di Villanova alcuni trattori 'succhiano' l'acqua del Po come è stato fatto a San Daniele) è un rigagnolo, pur avendo ricevuto le acque dell'Ongina, mentre in riva sinistra la foce della Morta è una sassaia e il Fossadone sembra sparito tra le sue sponde.
Tra il Porto di Stagno e le rive di Polesine-Zibello è meglio non avventurarsi. Il fiume è costellato da ostacoli: sabbia, banchi di torba, tronchi immani.
Non va meglio per le più ecologiche barche a remi: e se si riesce a prendere il largo dalle canottieri, visto che le zattere sono quasi tutte spiaggiate, su sabbia e sassi, la navigazione è abbastanza tranquilla, anche se un po' monotona, visto che non si più entrare nelle lanche, nei canali o nelle canaline, sbarrate da un muro di sabbia, e ridotte a delle pozze coperte di lenticchie d'acqua.
Solo prima della Maginot, nella zona delle rapide, enormi tronchi subacquei rendono la navigazione un tantino più...frizzante.
Gli istruttori di canoa e canottaggio delle società navigano con gli occhi bene aperti, e controllano le loro flottiglie di giovanissimi atleti e atlete tallonandole da vicino.
Alle canottieri comunque si stanno studiando sistemi per liberare le zattere d'attracco e permettere alle barche di prendere il fiume.
Alla Flora si pensa di spostare alcuni ormeggi, cosi come alla Baldesio. Alla Bissolati le zattere sono state spostate e in alcuni tratti allungate.
«Non è una bella situazione - spiega il presidente di Assocanottieri Maurilio Segalini - siamo tutti alle prese con problemi di questo genere, non ultimo l'attracco della Madonna della processione dell'assunta. Per fortuna gli altri impianti vanno, anche se quello che ci preoccupa moltissimo è il pagamento delle prossime bollette».
Costernato Armando Catullo, presidente onorario della Federazione canottaggio a sedile fisso, che ormai del Po, con la sua Bodinco, fa parte integrante. «Sono più di 70 anni che in pratica vivo sul fiume, non ho mai visto una cosa del genere, il Po soffre, e i suoi affluenti, che ci eravamo abituati a vederli entrare nelle sue acque non esistono più: il Riglio è solo una massicciata, il Morbasco è sparito, la nostra bella Canalina, quella di Punta Bellaria, che collega Cremona alla Maginot, è una pozzanghera che non arriva neppure al fiume».
E le previsioni meteo danno ancora sereno e temperature record, che favoriranno l'evaporazione del virgiliano Re dei Fiumi.
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