L'ANALISI
02 Luglio 2022 - 05:10
La scoperta
CALVATONE - Le mani nella terra e subito dopo su pc, droni e tablet. È divisa così l’attività di scavo che sta coinvolgendo una quindicina tra studenti e addetti ai lavori a Calvatone, sotto la guida di Lorenzo Zamboni, docente di archeologia classica e archeologia della Cisalpina romana dell’Università degli Studi di Milano.
Un nuovo scavo quindi e nuove rivelazioni sull’antico insediamento romano di Bedriacum, famoso per due battaglie combattute nel 69 d.C. per il dominio dell’impero romano, ma famoso anche per alcuni ritrovamenti di grande interesse: una statua della Vittoria Alata — scoperta alla fine dell’800 e conservata all’Hermitage di San Pietroburgo — il Mosaico del Labirinto — scoperto nel 2014 — e 140 monete — nel 2018 — databili all’età di Gallieno (253-268 d.C.) e grande valore storico.
«Sta emergendo un vicus di circa 10 ettari — dice Zamboni — rilevato grazie agli esami geofisici e ai droni».
Il lavoro di uno scavo archeologico è necessariamente lento e minuzioso, ogni pezzo che la terra restituisce viene isolato, lavato, catalogato, e immagazzinato con estrema cura, mentre, in parallelo, viene quotidianamente aggiornato un «diario di bordo» che riporta il lavoro e i progressi dello scavo. Il nuovo cantiere, partito nei giorni scorsi e che si chiuderà il 15 luglio, ha già portato alla luce la parte superiore di un muro. Ai non addetti ai lavori potrebbe sembrare di poca importanza, ma per gli archeologi non è così.
«Ci conferma — prosegua Zamboni — quello che ipotizziamo su Bedriacum. Non c’è l’immensità di Pompei, ma ci sono alcuni punti di estremo interesse, come i mosaici e le pareti con intonaci colorati. Questo manufatto è rivolto a est e sembra un muro di contenimento. Bedriacum ero un centro — che le nostre stime ci fanno ipotizzare di circa 4mila persone — con zone residenziali e artigianali posto tra il fiume Oglio e la Via Postumia, quindi uno snodo commerciale. Spesso gli scavi servono anche per capire quello che non c’è più. Le faccio un esempio: tramite questi cantieri speriamo di poter ricostruire il percorso originario della via Postumia».
Bedriacum è famoso, da decenni, anche per essere una zona battuta dai tombaroli. «Cercano soprattutto monete — sottolinea Zamboni — e arrivano dal Piemonte, dal Veneto e dal Friuli. Molti sono semplici collezionisti, altri immettono i ritrovamenti nel mercato clandestino». Più si scava quindi e più si tengono lontani i tombaroli. «Per questo devo ringraziare tutte le istituzioni che finanziano il nostro progetto e il Comune di Calvatone che paga un terzo delle spese. Senza il suo aiuto non riusciremmo a fare gli scavi». Finché rimangono aperti gli scavi sono visitabili il giovedì e il venerdì alle 15 e alle 16, meglio se dietro prenotazione.
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