L'ANALISI
18 Giugno 2022 - 20:04
SONCINO - Spariscono le fototrappole e sul furto si allunga lo spettro del bracconaggio. La notizia è trapelata oggi, ma il fatto è avvenuto nei giorni scorsi. Qualcuno, per ora non identificato, si è introdotti nel cuore della riserva del Parco Oglio Nord e si è impossessato delle due telecamere. Non tanto preziose per il valore, quanto perché servivano a monitorare la fauna selvatica. Sono le stesse che hanno ripreso, dopo vent’anni, i primi lupi lungo il fiume.
«Abbiamo sporto denuncia ai carabinieri — spiega il comandante delle Guardie Ecologiche Volontarie Giuseppe Paletti — data la delicatezza delle indagini, non mi spingo oltre. Quel che posso dire è che stiamo valutando di piazzare nuove videocamere in posizioni alternative, dopo un confronto coi biologi che seguono gli spostamenti dei lupi e che sospettiamo si sia trattato di persone intimorite dalla presenza degli obbiettivi. Forse stavano commettendo un reato». Ora la palla passa all’Arma.
Amara ironia della sorte: niente è al sicuro dai ladri, nemmeno gli strumenti che servono a immortalarli. Curioso infatti il reato che si è consumato nei boschi, a pochi passi dalle sponde dell’Oglio dove le due fototrappole delle Gev sono in piena notte. Ma, prima di tutto, cosa sono le fototrappole e queste due a cosa servivano? Le fototrappole sono dispositivi che rilevano un movimento di persona o animali grazie ad un sensore. Al minimo spostamento si attiva un infrarosso se l’ambiente è privo di illuminazione. Quindi viene scattata subito una foto o realizzato un video.
Insomma tengono fede al loro nome: trappole che scattano una foto. Alta tecnologia e molto funzionale ma non preziosissima: il costo varia dagli 80 ai 200 euro. Il valore del bottino si aggirerebbe dunque sui 400 euro. Ma allora perché rubarle? Presto detto. Le fototrappole del Parco hanno tre utilizzi: monitorano la fauna, scoraggiano l’abbandono abusivo di rifiuti e possono incastrare i bracconieri, cioè chi caccia specie protette o spara senza licenza. Quest’ultimo caso sembrerebbe il accreditato da evidenze. Difficile infatti che una semplice multa di qualche decina di euro, per un sacco gettato nel verde, possa indurre a sradicare letteralmente una telecamera da un albero, ancor più improbabile, se non impossibile, che un animale possa averle danneggiate e trascinate altrove entrambe nella stessa notte. Le risposte comunque le daranno solo i carabinieri.
Amanti degli animali e naturalisti, nel frattempo, ingoiano un boccone amaro. A quei due occhi elettronici, infatti, erano particolarmente legati. Sono stati infatti i primi a ritrarre un lupo a caccia sull’Oglio. L’avvistamento, da parte di un fotoamatore in forze alle Gev, ha in seguito coinvolto biologi ed esperti del comportamento dei predatori. Il verdetto? Potrebbero essere sì dei lupi, ma si sono spostati. Di qui l’idea di non posizionare i rimpiazzi nello stesso luogo. Come prima, oggi ancor di più visti i precedenti, la location resta un’informazione riservata.
Le ipotesi che si possono avanzare guardando la cartina sono però solide: gli esemplari cremonesi sono stati visti cacciare a San Bassano e Pizzighettone, quelli bresciani al confine con Bergamo. In mezzo ci sono Soncino e Genivolta. Bando agli allarmismi però. Gli esperti ribadiscono: «Assolutamente innocui per l’uomo e grandi amici della lotta alle nutrie».
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