L'ANALISI
CASALMAGGIORE
16 Giugno 2022 - 14:21
CASALMAGGIORE - Spacciandosi al telefono per una addetta della Lottomatica, è riuscita a indurre le dipendenti di una tabaccheria di Casalmaggiore a effettuare ricariche per quasi 15mila. I carabinieri, al termine delle indagini, hanno denunciato per truffa in concorso due cittadini italiani, un 26enne e una 43enne, residenti rispettivamente nelle province di Napoli e Caserta, con precedenti di polizia analoghi a carico. La vicenda ha preso avvio a metà novembre dello scorso anno presso una tabaccheria quando la dipendente dell’esercizio commerciale ha ricevuto nel corso della mattinata sull’utenza fissa del negozio una telefonata da un sedicente tecnico della Lottomatica, una donna, che riferiva che il lettore dei documenti di identità del terminale per ricariche postepay non funzionava correttamente. La donna ha chiesto alla dipendente del negozio di utilizzare una tessera sanitaria di un qualunque cliente del negozio, quindi ha fornito dei codici da immettere e un numero di carta che le ha dettato sul momento e un codice fiscale associato. La donna ha chiesto di effettuare ben 13 pagamenti identici, utilizzando le tessere sanitarie dei clienti presenti in negozio.
Le operazioni richieste dalla falsa addetta della lottomatica sono andate avanti per parecchio tempo e nessuno si è accorto di nulla. Nel pomeriggio ha iniziato a lavorare un’altra commessa, informata dalla collega del presunto aggiornamento in corso per ripristinare il sistema, che intorno alle 17 è stata chiamata dalla stessa donna e le è stato chiesto di effettuare altre due ricariche identiche a quelle della mattina. Il totale delle operazioni è risultato di circa 14.800 euro e il raggiro si è interrotto perché il titolare della tabaccheria è arrivato nel negozio e si è accorto che quanto stava accadendo era un raggiro. L’uomo e le sue dipendenti hanno quindi presentato una dettagliata denuncia ai Carabinieri per la truffa e sono iniziati gli accertamenti. Le conseguenti verifiche svolte sugli intestatari delle due carte che sono state indebitamente ricaricate e dei due codici fiscali associati, hanno permesso ai militari di individuare il 26enne e la 43enne come gli autori del raggiro.
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