L'ANALISI
13 Giugno 2022 - 05:00
Luca Bianco in azienda davanti a uno dei maxi filatoi, uno dei costumi realizzati dal Maglificio Ripa
SPINO D'ADDA - Il Maglificio Ripa taglia il traguardo delle 70 primavere e lo fa con cinque nuove assunzioni, che portano a 73 il numero dei dipendenti dell’azienda di via dell’Industria, 32. Inoltre, a breve, sarà inaugurato un nuovo capannone di 2.000 metri quadrati realizzato secondo sostenibilità e risparmio energetico.
Da sempre, un tema centrale per il Maglificio. Questa nuova area dell’azienda rappresenterà un vero e proprio esempio di etica e responsabilità nel tessile. In crescita anche il fatturato: 20 milioni di euro nel 2021, con un incremento del 25% rispetto al 2020. Il primo semestre di quest’anno è andato altrettanto bene, con un più 20%. Specializzato il tessuti per moda, sport, mare e intimo, il maglificio è guidato dall’amministratore delegato Luca Bianco, che ha preso le redini nel 1997.
Fondata a Milano nel 1952 da Luigi Ripa, innovativo imprenditore tessile, l’azienda negli ultimi anni ha sviluppato una rete di vendita anche a livello internazionale.
«Siamo orgogliosi di questo traguardo – sottolinea Bianco – perché segna simbolicamente un successo che, nonostante tutte le difficoltà siamo riusciti a conseguire restando sempre una family company con una visione globale. Prima Luigi Ripa, oggi io e mia moglie Elena. Nel frattempo i miei figli Elisabetta, Matteo e Riccardo hanno scelto di dare il loro contributo al futuro dell’azienda con uno spirito giovanile e innovativo. Presenteremo a Cannes il nuovo rilancio della famiglia Light che tante soddisfazioni ci ha dato in questi venti anni. Sarà la versione contemporanea, tutta rivolta alla sostenibilità, alla tecnologia più spinta grazie alle macchine di cui disponiamo e allo stile, tema centrale del nuovo Light».
Ripa è stata tra le prime aziende in Europa ad assumersi l’impegno di dedicarsi integralmente ad una produzione sostenibile in ogni fase produttiva.
Oltre al rispetto di leggi e norme in vigore, ha saputo sviluppare tecniche e metodi di controllo e di riciclo che permettono di abbattere il livello di inquinamento e assicurare la tutela dell’ambiente esterno. Da qui la certificazione Oeko Tex e Grs (Global recycle standard), promosso da Textile exchange, una delle più importanti organizzazioni no-profit internazionali per lo sviluppo sostenibile nel settore tessile. L’obiettivo è favorire la riduzione del consumo di risorse (materie prime vergini, acqua ed energia) ed aumentare la qualità dei prodotti riciclati. Pandemia e guerra consigliano comunque prudenza.
«Il costo in crescita verticale delle materie prime, dell’energia, dei trasporti – prosegue Bianco – ha fatto registrare un’impennata del fenomeno reshoring, ovvero il rientro di molti marchi di moda e sportivi a comprare tessuti in Europa e in Italia in particolare. I motivi non sono solo economici, ma anche etici, ambientali e di affidabilità». A livello locale l’azienda proseguirà nella sua collaborazione con associazioni e enti del spinesi.
«Da sempre siamo legati al nostro territorio – conclude il manager – al rispetto e alla tutela della nostra comunità. Sosteniamo attivamente l’asilo e la scuola di calcio di Spino d’Adda e da quest’anno ci impegniamo a favore del comitato anziani per consegnare omaggi durante le feste natalizie».
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