L'ANALISI
09 Giugno 2022 - 05:15
Dino Casarini
PIZZIGHETTONE - Il reddito di cittadinanza sale spesso alla ribalta delle cronache per i ‘furbetti’ e per il mancato inserimento di chi lo percepisce nel mondo lavorativo. Dalla città murata arriva invece l’esempio positivo di Dino Casarini: di starsene a casa sul divano non ne ha voluto sapere e così, per primo in paese, ha aderito ai Puc. Si tratta di progetti utili alla comunità rivolti proprio ai beneficiari del sussidio statale, che vengono attivati dal Comune di residenza ma che di fatto non rappresentano un obbligo.
Dall’ottobre scorso, Dino presta la sua attività per il Gruppo volontari mura occupandosi di manutenzioni alle casematte e alle altre strutture gestite dall’associazione. «Ho quasi 45 anni e fino al 2012 ho lavorato nel campo dell’edilizia – spiega –, poi ho fatto lavori saltuari e infine sono rimasto disoccupato. Ho fatto richiesta per il reddito di cittadinanza, ma non voglio riceverlo senza fare nulla: mi fa piacere rendermi utile».
Sergio Barili, presidente del Gvm, spiega che le trafile burocratiche non sono state una passeggiata: «Per poter attivare i famosi Puc abbiamo impiegato circa un anno, in collaborazione con i Servizi sociali. L’abbiamo proposto a Dino che è di Pizzighettone e ha subito accettato volentieri. Penso che dovrebbe diventare un bell’esempio da seguire. Perché il vero scopo del reddito di cittadinanza dovrebbe essere proprio l’inserimento lavorativo. Noi saremmo anche disposti ad aumentare le ore e ad accogliere altre persone».
A Pizzighettone i percettori di reddito di cittadinanza sono una trentina e il Comune, sotto la supervisione di Azienda sociale cremonese, di recente ha provveduto a convocarli per applicare i patti di inclusione sociale e chiedere loro disponibilità in lavori utili.
«Non tutte le persone sono idonee per tutte le mansioni – spiega il sindaco Luca Moggi – e di fatto l’adesione non è obbligatoria. Noi però vorremmo coinvolgerli il più possibile partendo proprio dall’esempio di Dino, che fra l’altro anche in passato si è sempre messo a disposizione del paese come volontario. L’obiettivo del reddito di cittadinanza doveva essere proprio questo».
A fine febbraio risultavano 3.645 i cremonesi che hanno percepito (e in parte percepiscono ancora) il reddito di cittadinanza. Solo il 18,57% dei beneficiari che aderiscono al patto per il lavoro, o al patto di inclusione sociale, riesce effettivamente a trovare un impiego: nel 2021 in provincia risultavano 156 posti di lavoro trovati su 840 beneficiari presi in carico. Il patto per il lavoro prevede che la persona che fa richiesta venga contattata per un primo momento di accoglienza e orientamento, quindi vengono spiegati diritti e doveri e all’interno del patto vengono descritte le tipologie di servizi a cui si può avere accesso.
La firma dello stesso rappresenta un impegno di reciprocità, ovvero il soggetto viene sollecitato ed accompagnato per migliorare la sua condizione di partenza. Si tratta quindi di un piano di attività, di un percorso di interazione finalizzato all’occupazione. I Puc realizzati dai Comuni come Pizzighettone, invece, prevedono un impegno per almeno 8 ore settimanali, aumentabili di comune accordo fino a 16 ore, a servizio della comunità. Gli ambiti di attività previsti sono: sociale, culturale, artistico, formativo, ambientale, tutela dei beni comuni.
Il Puc è gestito e monitorato dal Comune, che può però avvalersi della collaborazione di un terzo soggetto quali associazioni e organizzazioni di volontariato. Una volta convocato dall’ente, il percettore del reddito di cittadinanza può non accettare solo con comprovate motivazioni, perché la mancata accettazione potrebbe comportare la decadenza del reddito di cittadinanza.
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