L'ANALISI
24 Maggio 2022 - 05:25
Il meticcio Tato con il suo padrone
CASTELVETRO - È una storia a lieto fine, ma i cui contorni sono ancora da definire, quella che arriva dalle campagne di località Oppiazzi. Lì, nella tarda serata di sabato, è stata ritrovata una trappola rudimentale per animali selvatici — probabilmente pensata per le volpi, ma viste le grandi dimensioni si può ipotizzare fosse stata studiata anche per cinghiali o lupi — all’interno della quale è rimasto imprigionato un cagnolino.
Sono stati i proprietari del terreno, che non hanno autorizzato quella gabbia-trappola né sanno chi possa averla collocata a loro insaputa, a fare scattare l’allarme e a liberare il meticcio Tato.
«Sentivamo un guaito e non capivamo da dove provenisse — raccontano i castelvetresi —: ci siamo messi alla ricerca, con il buio che ci ostacolava, fino a quando siamo arrivati proprio a quella specie di scatola. E abbiamo capito che dentro, intrappolato, c’era un cane».
li agricoltori l’hanno anche riconosciuto: quel cagnolino spaventato lo avevano già visto, perché di proprietà di un signore che vive nelle vicinanze. E così sono corsi a chiamare il padrone, che effettivamente stava cercando da ore il suo animale.
Una volta liberato il piccolo Tato, l’ulteriore scoperta: dentro alla gabbia, separata da una grata interna, c’era un’esca viva e cioè una gazza che stava cercando a sua volta di uscire.
«Purtroppo non è la prima volta che facciamo ritrovamenti preoccupanti — raccontano ancora i castelvetresi — perché qualche mese fa, sempre nei nostri terreni, abbiamo visto lacci con cavi in acciaio: altre trappole rudimentali che scattano nel caso in cui l’animale metta la zampa nel posto sbagliato. Si tratta di morse vietate, che lascerebbero le prede agonizzanti. E poi questa è una zona di ripopolamento». C’è l’ombra, dunque, del bracconaggio.
Anche il proprietario del cagnolino, Giovanni Guzzoni, si dice amareggiato e preoccupato: «Fortunatamente ho ritrovato il mio Tato e sta bene, ma chissà quanto tempo è rimasto chiuso là dentro, prima sotto al sole e poi al buio. Grazie al cielo si è fatto sentire. Quel giorno mi era scappato fuori dal cancello, ma quando succede so che resta nelle vicinanze e torna sempre a casa. Così al tramonto, non vedendolo rincasare, mi sono preoccupato e l’ho cercato, fino all’arrivo dei miei vicini».
Il signor Guzzoni ha rimosso la trappola, sulla quale non c’erano etichette né altre indicazioni utili. «Ho dovuto spostarla con il trattore, era grande e quindi pericolosa».
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