L'ANALISI
14 Maggio 2022 - 05:25
CREMONA - Fondi cercasi disperatamente: servirà un diluvio di denaro per far fronte all’aumento del costo del riscaldamento e dell’energia elettrica per le scuole. E bastano poche cifre e alcuni raffronti per capire come stiano le cose. Il costo del riscaldamento di asili, elementari e medie di competenza del Comune, nel periodo gennaio-febbraio 2021 pari a 519 mila euro, è pressoché raddoppiato nello stesso periodo di quest’anno, raggiungendo la ragguardevole cifra di un milione e 93 mila euro.
Non va meglio per l’elettricità: se il costo nel trimestre gennaio marzo era di 270 mila euro, un anno dopo il Comune ha dovuto sborsare 510 mila euro, con un incremento del 90%. Scenari di costi elevati all’ennesima potenza anche per le superiori, la cui competenza spetta all’amministrazione provinciale: il riscaldamento, che nei mesi di novembre e dicembre 2021 era costato 540 mila euro, nel bimestre successivo è costato un milione e 340 mila euro. Ma nel solo mese di marzo, la Provincia ha dovuto sborsare ben 452.734,97 euro. Che fare? È necessario mettere a punto strategie per affrontare uno scenario più che preoccupante, reso imprevedibile dalla crisi ucraina in atto e dalle sue ripercussioni.
L’assessore comunale al Bilancio, Maurizio Manzi, parte con mezza buona notizia, o almeno ci tenta: «Sul gas, nel trimestre gennaio marzo 2022 abbiamo pagato 145 mila euro contro i 155 mila dell’anno passato, questo per merito del contratto stipulato con Consip a tariffa fissa Pfor. Ma al rinnovo della convenzione tutto questo cambierà, temo — spiega —. Stiamo comunque lavorando per far sì che le volture vengano intestate alle realtà che usufruiscono del gas, questo per indurre a una maggiore oculatezza e a un tracciamento dei consumi delle singole scuole o strutture sportive».
Differente il discorso sull’energia elettrica, aumentata del 90%. «Abbiamo fatto delle stime per il biennio gennaio-febbraio 2023: la spesa potrebbe essere di 700 mila euro se le cose stanno come sono ora. Per questo abbiamo accantonato un fondo di circa un milione e duecentomila euro. È inoltre notizia dell’altro ieri che lo Stato ha versato 315 mila euro per l’aumento dei costi energetici, cui seguirà una seconda tranche di 250 mila euro. Ma questo non basta».
La conferma arriva dal vice sindaco Andrea Virgilio: «Stiamo mettendo in atto tutta una serie di efficientamenti energetici nelle nostre scuole volti a non disperdere calore — afferma —. Ma i lavori strutturali hanno tempi lunghi e bisognerà operare per realizzare piccoli e grandi risparmi, cambiando i nostri comportamenti. È gioco forza lavorare su questo doppio binario, insieme a quello del reperimento o accantonamento di fondi per far fronte all’incremento dei costi energetici».
Rispetto allo scorso anno, le bollette per il riscaldamento delle scuole che la Provincia pagava nel periodo novembre-dicembre 2021 erano pari a 540 mila euro, mentre nel periodo gennaio-febbraio 2022 superano il milione.
Sull’incremento a più zeri interviene il presidente, Mirko Paolo Signoroni: «A marzo la bolletta è stata di 452.734.97 euro. Ciò significa che quest’anno per far fronte ai costi utilizzeremo risorse correnti provinciali dal fondo di riserva e riduzione di ulteriori spese correnti — spiega Signoroni —. Una situazione che non può perdurare a lungo perchè, se così fosse, sarebbe difficilmente gestibile. Non solo: si pensi a tutti gli investimenti che attraverso i diversi canali di investimento abbiamo fatto e stiamo facendo a livello strutturale nelle scuole, sul versante dell’efficientamento energetico e delle nuove opere, di cui 13 milioni di euro sui fondi PNRR e altri 12 milioni da diverse fonti di finanziamento».
La prospettiva possibile, per Signoroni, è una sola: «Occo-rre incentivare e sostenere finanziariamente imprese, privati ed enti pubblici per una versa svolta green, con una produzione massiva di energia derivante da fonti rinnovabili, accompagnata da semplificazione legislativa e burocratica delle procedure, ponendo in essere incentivi per tutte le filiere produttive ed incentivi nell’edilizia».
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