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FESTA DELLA LIBERAZIONE

Al cimitero preghiera e polemica

Carletti in disaccordo con don Bolli. «Oggi si ricordano i Caduti partigiani»

La Provincia Redazione

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25 Aprile 2022 - 20:49

Al cimitero preghiera e polemica

CREMONA - Le celebrazioni hanno avuto inizio oggi alle 9 al cimitero, al comparto dei Caduti per la libertà, con la messa officiata da don Achille Bolli, presenti le autorità civili e militari e le rappresentanze delle associazioni partigiane e di quelle d’arma con bandiere e labari. Don Bolli ha sottolineato l’intenzione di pregare per i Caduti di tutte le guerre, in particolare per i Caduti della Seconda guerra mondiale «dell’una e dell’altra parte», in nome non di un’equiparazione storica, ma della cristiana pietà: quelli che sacrificarono la vita e gli affetti per ideali e valori, quelli che, magari senza convinzione, risposero lealmente alla chiamata alle armi da parte dello Stato di allora, ritenendo di compiere il proprio dovere. Un pensiero è andato anche alle vittime delle guerre in corso, con le loro conseguenze di devastazione e di morte, contrarie al progetto di Dio sull’uomo e sul mondo. Sono state poi deposta le corone d’alloro alle tombe delle vittime civili, a quella dei fratelli Alfredo e Antonio Di Dio, ai Caduti di Cefalonia e al sacrario militare.


Paolo Carletti, presidente del Consiglio comunale, in disaccordo con don Bolli ha abbandonato il cimitero. «Il sacerdote - ha spiegato — ha ripetuto, tre volte, che la benedizione veniva fatta per tutti i Caduti e che eravamo lì per commemorare tutti i Caduti della Seconda Guerra. C’è il 2 giugno, c’è il 4 novembre. Davanti alla cappelletta con scritto ‘Morti per la liberazione’ si commemorano i morti per la liberazione. Qualcuno ha vergogna a commemorarli? Il 25 Aprile si commemorano i morti per la liberazione dell’Italia, siano i partigiani cristiani, socialisti, liberali, comunisti, siano americani, siano del fronte alleato, però si commemorano esclusivamente quelli. Il 25 Aprile è ancora divisivo? Pare di sì. Finché ci sono i fascisti e idee di questi tipo, il 25 Aprile rimane divisivo. Il valore dell’antifascismo è riportare a galla quei valori risorgimentali affondati dal fascismo. Se a qualcuno non sta bene, il 25 Aprile resta divisivo ed è veramente un peccato».

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