L'ANALISI
26 Aprile 2022 - 05:10
SONCINO/CASTELLEONE - Le contravvenzioni per eccesso di velocità, dispensate dai rilevatori fissi, crollano un po’ in tutta la provincia. E quelli installati lungo Seresinissima e Paullese non solo non fanno eccezione. Ma sono lontani i tempi in cui il primo impianto accertava duemila infrazioni al mese e all’altezza del secondo c’era, addirittura, chi veniva pizzicato oltre i 170 orari. Missione compiuta per la Polizia provinciale del comandante Salvatore Guzzardo. E i sindaci dei due borghi, Gabriele Gallina di Soncino e Pietro Fiori di Castelleone, tirano un sospiro di sollievo. Ma non solo: sperano che i rilevatori presto non servano più.
Appena attivato, l’autovelox tra Soncino e Ticengo aveva fatto strage di punti dalle patenti. In duemila avevano superato i 90 all’ora, finendo coi numeri di targa impressi nella pellicola in una manciata di settimane. Il mese scorso, invece, sono stati «solo» in 571. Ancora meglio sulla Paullese, a Castelleone, dove hanno sgarrato in 284 conducenti. Nessuno di loro, peraltro, a differenza degli anni scorsi, ha raggiunto velocità da record. Dunque, nelle due città si comincia a riflettere sui dati e sul futuro degli autovelox fissi. «Apprendiamo con piacere della diminuzione del numero di sanzioni sul tratto che collega Soncino a Ticengo — commenta Gallina — perché si tratta di un segnale positivo che evidenzia come i cittadini stiano rispettando le regole. Chiaramente, la presenza dell’autovelox è stato un deterrente importante».
Per Fiori bisogna sensibilizzare chi sta al volante per far capire che, in realtà, delle multe si potrebbe anche fare a meno: «La sicurezza stradale è la priorità. Detto questo, personalmente e di principio non sono solitamente favorevole agli autovelox. Vero è, però, che se gli automobilisti non rispettano le regole bisogna per forza correre ai ripari. E se l’autovelox ha riscontrato meno infrazioni, vuol dire che ha raggiunto lo scopo. Sarebbe meglio che i cittadini non ne avessero più bisogno, che questi strumenti non servissero più. L’obiettivo, penso, sia proprio questo. Dovrebbe essere nella natura delle cose, senza dover ricorrere a multe o pattuglie: rispettare i limiti, perché ne va dell’incolumità di tutti».
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