L'ANALISI
23 Aprile 2022 - 05:05
CREMONA - In Lombardia l’acqua disponibile risulta inferiore del 70% rispetto alla media, la neve è al -67% e gli invasi al -60% fatta eccezione per il Garda. Insomma, anche se il cielo continua a promettere pioggia, per il momento la risalita del Grande Fiume continua ad essere molto lenta. E altalenante: nella notte la stazione idrometrica dell’Arpa, al ponte tra Cremona e Castelvetro, continuava a registrare livelli al di sotto del -8, per poi oscillare fra -7,86 e -7,91 nell’arco dell’intera giornata. Un incremento di circa 20 centimetri rispetto al record negativo di martedì scorso (-8,11) non deve trarre in inganno: recuperare la carenza idrica del periodo è ormai quasi impossibile. Lo sostiene Michele Cicoria, meteorologo di Arpa Lombardia: «La siccità non sarà portata via dai circa 40-50 millimetri di pioggia attesi», dice. Su tutta la Lombardia quest’anno sono infatti caduti, da novembre ad aprile, solamente 233 millimetri di pioggia: è il valore più basso mai registrato nell’ultimo ventennio, rispetto alla media che è di 535 millimetri. «È piovuto davvero pochissimo – continua Cicoria –: a marzo solo 9 mm sui 75 di media, ad aprile fino ad ora 18 mm mentre la media dovrebbe vederne 100».
Ecco allora che nella Giornata della terra, l’insolita distesa di sabbia e detriti che è venuta a crearsi per effetto della siccità non può che rappresentare una delle principali emergenze. Per questo oggi, in città, sarà celebrato il ‘Funerale per il Po’. A promuoverlo è il collettivo studentesco Il Megafono, per sensibilizzare sui cambiamenti climatici. Il simbolico ‘corteo funebre’ prenderà il via alle 17 dalle Colonie Padane: «Se il Po si prosciugasse scoppierebbe una crisi agroalimentare catastrofica, dalla quale non si potrebbe più tornare indietro – scrivono gli studenti nella presentazione dell’iniziativa –; tutto quello che noi abbiamo dato per scontato, ormai non lo è più. Alle nostre istituzioni non sembra importare della gravità della situazione: si preoccupano di avere qualche soldo in più, piuttosto che costruire un sistema ecosostenibile. Dobbiamo agire ora: la linea che ci separa dal punto di non ritorno è ormai vicinissima. Un funerale finto oggi – è la conclusione – per non doverne fare uno vero domani».
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