L'ANALISI
08 Aprile 2022 - 19:14
L'oratorio Sirino
SORESINA - Nel 2022 è ancora possibile fare in modo che l’oratorio sia il centro più importante per l’educazione e il divertimento in una città? Sembra molto difficile ma se ci si lavora parecchio, sapendo stare al passo coi tempi, nulla è impossibile. C’è riuscito per esempio don Alberto Bigatti, curato del Sirino che oggi non soltanto è pieno di giovani ma è anche multiculturale: «Il nostro è e vuole essere un oratorio inclusivo. Arrivando a Soresina ho trovato una comunità in cui tutti vi sono molto legati, dai più piccoli sino agli adulti, passando per i giovani. Anche se restiamo un centro educativo votato alla fede cattolica cristiana e al suo insegnamento, abbiamo anche molti ragazzi di origine straniera e quasi tutti di fede musulmana. Si divertono con noi. Perché sono qui? Perché è questo il messaggio del Vangelo».
A sei mesi dal suo arrivo, don Alberto (33 anni) tira le somme dell’esperienza di vicario oratoriale. Il suo Sirino è vivace e inclusivo. ne va giustamente molto orgoglioso. «Siamo onesti, non lavoro da solo e non è solo merito mio. Ci sono ragazzi, anche di venti o trent’anni che, tornati dal lavoro o dall’università, si fermano a bere un caffè e a ragionare con me. La prima domanda che fanno? Se serve una mano. Oltre a questo abbiamo molti parrocchiani adulti che collaborano ogni giorno. Infine c’è l’ottimo lavoro fatto da don Andrea Piana che ho ereditato».
Ma cos’ha di così speciale l’oratorio di Soresina? Presto detto: è una città nella città. Culture e atteggiamenti diversi, solidarietà e sensibilità. «Ho conosciuto ragazzi volenterosi ed educati – racconta il sacerdote – che frequentano ogni giorno e sono interessati anche alla catechesi. Hanno voglia di fare e sono molto profondi e intelligenti. Hanno reagito, per esempio, con dolore e riflessione alla scomparsa recente del giovane amico Riccardo e gli hanno dedicato l’ultimo musical». Dunque tutto bene? Ovviamente ci sono delle sfumature: «Leggiamo i giornali. Le baby gang esistono, probabilmente anche a Soresina. La missione non è chiudersi in oratorio ma aprirlo a tutti purché sia chiaro il messaggio che questo è un luogo educativo, di pace, di preghiera e di crescita. Ci sono giovani da prendere per mano». Intano fervono i preparativi: a giorni l’incontro organizzativo per il grest. Dopo Pasqua il viaggio a Roma, poi tante feste e tornei in estate.
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