L'ANALISI
06 Aprile 2022 - 05:15
CREMONA - C’è chi preferisce parlare sotto anonimato, per paura. E i racconti sono di gruppi di ragazzi giovanissimi che nei fine settimana si ritrovano in piazza Roma e compiono vere scorribande. La richiesta è unanime: maggiori controlli, a cui si affianca un diffuso senso di impotenza nei confronti di gang composte da poco più che bambini che non hanno paura di nulla, neppure delle forze dell’ordine.
Luigi Bertoletti ha il suo negozio di barbiere sotto la Galleria XXV aprile ed è un po’ la memoria storica: «La preoccupazione c’è, i ragazzi passano a gruppi, vanno da una parte all’altra e si sfidano. Siamo passati dalla situazione dei tossicodipendenti che stazionavano in questa parte della galleria alle baby gang. Forse un po’ di controllo in più potrebbe aiutare, ma non so quanto in realtà. Io per fortuna chiudo a fine pomeriggio.
Ma non c’è da star tranquilli».
Emanuela Soffiantini abita in Galleria XXV aprile e spiega: «Ci sono stati gli anni in cui la piazza e la galleria erano luogo di spaccio, montagnole comprese. Ora siamo in balia delle baby gang, come vengono chiamate,. Sono gruppi di ragazzi che bivaccano, provocano e fanno schiamazzi la sera. Nei fine settimana c’è di che avere paura. Un controllo più assiduo forse aiuterebbe, ma non si può neppure blindare la città. E poi sono pur sempre minorenni. Si ha l’impressione che non sappiano cosa fare, che siano lasciati a loro stessi e si sfoghino in questo modo. È un po’ inquietante».
Maurilio Lazzari, del Caffé Stradivari, ha assistito a più di una scorribanda dei ragazzi e osserva: «Più controlli potrebbero servire, ma non risolvono il problema. La Polizia passa, li ferma, ma capita spesso che alla richiesta di mostrare i documenti, qualcuno provi a non dar seguito a quelle parole. Non hanno timore di nulla e questo fa un po’ specie. È un problema che deve trovare una soluzione».
Dalla parte opposta della piazza, lungo la Galleria del Corso, residenti e commercianti sono esasperati. Disillusi più che rassegnati. «Qui la sera è un vespasiano, non una galleria — dice una residente che chiede di rimanere anonima —. Io non esco la sera, ma gli schiamazzi li sento, eccome. L’illuminazione è carente, a nulla è servito chiamare il Comune. È un continuo rimpallo di responsabilità».
Raffaele Tagliafierro, della pizzeria La Cremonese, pronuncia parole inequivocabili: «Sono qui da 35 anni, ne ho viste tante. Ma ultimamente rimango basito. Una sera un gruppo di ragazzi ha preso di mira i tavolini fuori, è uscito il mio pizzaiolo con il bastone per spaventarli e se ne sono andati. Una volta a bere e sporcare sono state delle ragazze. Fanno paura, anche se sono poco più che bambini».
Caterina Fuentes, di Dolcemania, racconta: «In più di un’occasione ho dovuto chiamare il mio barista in aiuto, chiedendo con fermezza ad alcuni ragazzini di uscire. Cerco di essere ferma, ma gentile per non cercare lo scontro, che è quello che vogliono. È incredibile: si appostano e se li intercetti cercano il pretesto per provocare e litigare, fra loro e con chi incrociano».
Ilaria Italiano ha il suo negozio sotto la Galleria del Corso: «A inizio anno abbiamo pagato una guardia per vigilare. Fa impressione vedere gruppi di ragazzini muoversi in gruppo, fa impressione vedere che sono giovanissimi e non hanno paura di niente. Tra provocazioni e spaccio l’effetto è che non ci si sente più sicuri. I ragazzi in branco si sentono invincibili — commenta —. Io non mollo, malgrado tutto, ma certo più controlli sarebbero auspicabili, anche se non credo sia questa la soluzione. Mi interrogo su quale possa essere».
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