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Crema, «Furia rossa» per la Lombardia? Bonaldi si schermisce

Candidato presidente: la sindaca prende quota nei rumors Pd: «Siamo solo agli inizi, ancora è possibile tutto e il suo contrario»

Piero Zanoni

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pzanoni@laprovinciacr.it

29 Marzo 2022 - 05:20

Crema, «Furia rossa» per la Lombardia? Bonaldi si schermisce

CREMA - «Queste sono fasi molto interlocutorie, aperte e ancora è possibile tutto e il suo contrario». Stefania Bonaldi si schermisce, il suo nome al primo posto nei rumors sui possibili candidati alla presidenza della Regione Lombardia, ma lei sceglie il basso profilo: non commenta. In effetti il nome della sindaca uscente di Crema circola da tempo negli ambienti dem (anche noi ne avevano dato notizia), sia a livello provinciale che a livello milanese, assieme a quello di altri noti esponenti del Partito Democratico — come il sindaco di Brescia Emilio Del Bono — e a figure di rilievo nazionale come l’economista cremonese Carlo Cottarelli, eventualmente in campo come indipendente. Due su tre cremonesi: incredibile, considerando lo scarso peso politico del territorio negli ultimi anni a tutti i livelli (con l’eccezione di Luciano Pizzetti, più volte al governo).
«Dopo aver visto da amministratrice come funzionano le cose nella nostra regione — afferma ancora Bonaldi — a me interessa che la Lombardia torni finalmente ad avere un presidente progressista. Non è importante chi sarà, conta solo che appartenga al centrosinistra, perché la Regione necessita di una svolta culturale profonda, che rimetta la persona prima del danaro e i servizi prima del profitto. Occorrerà un gioco di squadra serio e leale, in cui questo obiettivo venga prima dei destini individuali e dei ruoli. Il copione, in questa prospettiva, conta assai più dei personaggi». Di certo il confronto tra i dem è apertissimo, i giochi sono in corso e nessuno si sbottona.

Carlo Cottarelli ed Emilio Del Bono


Dare l’assalto alla Regione dove è nata la Lega e roccaforte del centrodestra da decenni (assieme al Veneto) è impresa ardua che nessun politico di area progressista è in grado di affrontare a cuor leggero. Una sfida improba, come ha dimostrato il risultato dell’ultima elezione della primavera 2018, quando Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato dem di grande spessore, venne asfaltato dall’ex sindaco di Varese, il leghista Attilio Fontana: venti punti percentuali di differenza. Bonaldi, a livello locale l’ha dimostrato nei due mandati da sindaco, è una leader. E di sicuro non starà in panchina dopo le elezioni comunali di Crema. La stampa nazionale in queste ore la celebra: «Sarà per la logica o per l’empatia, sarà perché è una cattolica di formazione ma radicale sui valori dell’inclusione: i dem stanno pensando a lei...», scrive il Foglio, solitamente molto ben informato sui rumors della politica. Come ha ben mostrato la sfida del 2018, il voto dem prevale a Milano e nelle città maggiori, ma è la Lombardia profonda, quella dei paesi e dei centri minori, a determinare chi governerà la più popolosa e ricca regione d’Italia: proprio per questo un candidato della «periferia» potrebbe intercettare nuovi voti.

A fronte di personaggi del calibro di Cottarelli e Del Bono, la 51enne sindaca di Crema non sarebbe certo un outsider. Intanto perché leader donna, e in Italia non ne abbondano. Energica e grintosa, di lei si sono accorti da tempo i social e i media nazionali, tv e giornali in testa. È una politica che non teme di prendere posizione netta e a volte anche scomoda, a dire quel che pensa senza ambiguità né ipocrisie. Ne sa qualcosa il cremonese Cottarelli: «Caro prof, su quelle luci spente c’è poco da ridere», ebbe a dire piccata la sindaca a commento di un post dell’economista che ironizzava sull’iniziativa dei comuni italiani come atto simbolico contro il caro energia. Proprio per il suo carattere combattivo, è legittimo aspettarsi, qualora le scelte dem convergano su di lei, che la rossa cremasca non si tirerà indietro.

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