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LA GUERRA DI PUTIN

Ucraina-Russia: «Le sanzioni sono giuste ma hanno il fiato corto»

Incontro molto partecipato con il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella e l'eurodeputato Massimiliano Salini moderato dal direttore Marco Bencivenga

Piero Zanoni

Email:

pzanoni@laprovinciacr.it

20 Marzo 2022 - 22:06

Ucraina

Buzzella, Bencivenga, Salini

CREMA - Prima le crude immagini della guerra, poi una raffica di domande stringenti e a volte provocatorie per esaminare e valutare le possibili conseguenze del conflitto in Ucraina. Questo pomeriggio la sala di palazzo Terni De Gregori ha contenuto a malapena il pubblico, ma c’era da aspettarselo, vuoi per l’argomento dell’incontro — Russia - Europa; Dalla tragedia in Ucraina un nuovo ordine mondiale? — vuoi per la caratura dei protagonisti: il leader lombardo di Confindustria Francesco Buzzella e l’eurodeputato Massimiliano Salini. Incalzati dalle domande di Marco Bencivenga, direttore del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, i due autorevoli esponenti rispettivamente del mondo imprenditoriale e politico non hanno disatteso le aspettative e non si sono certo tirati indietro. Novanta minuti di analisi lucide, e anche scomode, ma anche di valutazioni ponderate frutto di esperienze professionali e umane maturate in tanti anni.

pubblico

Il pubblico presente a palazzo Terni De Gregori a Crema

Bencivenga, nell’esordio di fronte a una platea molto attenta — da sottolineare la presenza dei candidati sindaco Maurizio Borghetti e Simone Beretta, come pure di Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo, e di Carlo Malvezzi, ex consigliere regionale e già vice sindaco di Cremona — ha parlato di vicinanza al popolo ucraino. «Essere qui — ha detto — è una testimonianza, significa non voltarsi dall’altra parte. Ma poi, andando oltre, bisogna capire come siamo arrivati a questo. Quali sono le conseguenze di quel che accade a duemila chilometri da noi e come uscirne? Cosa si può fare visto che non possiamo attuare un’azione militare?».

duo

Francesco Buzzella e Massimiliano Salini

Salini è stato chiaro: «Non possiamo attaccare, l’Ucraina è fuori dalla Nato. Oltre a denunciare l’attaccante, dobbiamo correggere gli errori che l’Occidente ha fatto. Il primo: abbiamo in una certa misura sacrificato l’Ucraina. Mi riferisco all’inutile accordo commerciale con l’Ue del 2014: era una provocazione. Lì Putin intima agli ucraini di non sottoscriverlo e trasforma il Paese in una sorta di protettorato. Era legittima quella provocazione? Il risultato è che un Paese di fatto disarmato è diventato vittima dell’imperialismo russo. E questo ha condannato un popolo a essere invaso da un dittatore».

Buzzella ha rincarato la dose: «Una responsabilità dell’Occidente la riconosco. Affidandosi sempre più alla Russia per l’energia ha dato a Putin una forza economica tale per cui si sente inattaccabile. Penso a nazioni come Germania, Austria e Italia: senza gas si ferma il Paese. Otto anni fa la nostra dipendenza era del 23%, ora siamo al 40%. Questa è la forza mentale di Putin: ritiene di avere questi Paesi in pugno. Noi paghiamo un miliardo di euro al giorno per il gas e così finanziamo la sua guerra».

Il direttore de La Provincia ha quindi pungolato i due ospiti-relatori su argomenti e aspetti delicati e controversi, a partire dalle sanzioni. «Non sono un sostenitore delle sanzioni — ha rimarcato Salini —. Nel grande mercato globale è molto difficile che queste generino gli effetti attesi. Per la Russia la contromisura si chiama Cina. Sia ben chiaro, io le sanzioni le ho votate e un attacco mediante i mercati è corretto, ma ormai segna il passo».

Analisi condivisa da Buzzella: «Non si può far finta di niente, un prezzo dobbiamo pagarlo anche noi. Le sanzioni hanno il fiato corto, mentre turchi e cinesi vanno all’arrembaggio. Temo che l’asse Cina-Russia sarà sempre più forte, mentre con una fusione economica Russia-Europa saremmo stati imbattibili. Ma ora c’è la frattura verso est, coi cinesi che sono affamati di gas e Putin è il loro riferimento. Per noi sarà un problema e non vedo come uscirne nel breve tempo».

E proprio la Cina, la cui posizione ambigua sulla guerra mossa da Putin è arcinota, è stata una sorta di convitato di pietra della serata. «Sono forti in economia, commettono tanti errori in politica estera - ha evidenziato Salini —. Fare un ordine alternativo globale proprio con la Russia, scalzando anche il dollaro? Sono molto dubbioso. Certo il tempo non gioca a favore delle democrazie, mentre le autocrazie sono ritmatissime».

Buzzella è ancora più tranchant: «Le autocrazie sono astute e molto veloci ad agire per i propri interessi. Culturalmente la Cina è imperialista, e quindi più una minaccia che un’opportunità. Sono dominatori, non accettano il confronto. Io prima di aprire vie della seta ci avrei pensato bene. Quanto al nuovo ordine mondiale, sarà determinato da chi disporrà di materie prime e fonti energetiche. Il Governo? L’operato è positivo: sulla guerra nel complesso ha una linea molto chiara. Troppo timido però in materia energetica: più di 300 aziende hanno già chiuso in Lombardia con gli attuali costi. Serve uno sforzo maggiore, altrimenti una buona parte dell’industria, e delle famiglie, non potrà reggere. Bisogna calmierare il costo dell’energia oppure tutto si riverserà sui costi dei prodotti che diventeranno insostenibili. Anche l’Italia e gli italiani devono però capire che con la politica dei no (su estrazioni, rigassificatori, inceneritori, nucleare) non si va da nessuna parte. Perché come Paese abbiamo invece grandi potenzialità».

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