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L'ALLARME

Anoressia e bulimia: casi raddoppiati tra i giovani

Le cause sono molteplici, ma sicuramente ha influito il periodo pandemico, con il conseguente rifugiarsi sui social. I modelli a cui si ispirano gli adolescenti sono sovente figure irraggiungibili

La Provincia Redazione

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16 Marzo 2022 - 22:13

Anoressia e bulimia: casi raddoppiati tra i giovani

CREMA - Cresce l’allarme bulimia e anoressia tra gli adolescenti cremaschi: purtroppo questa difficile condizione fisica e psicologica è sempre stata presente, ma nell’ultimo anno e mezzo è praticamente raddoppiata. La neuropsichiatria infantile dell’Asst si è trovata di fronte a un boom di casi.

Nel corso del 2021 oltre 30 richieste di aiuto, a fronte di una media degli anni precedenti che si attestava intorno ai 15 pazienti. Qualcuno ha dovuto ricorrere anche alle cure ospedaliere. In città o altrove.

«Una paziente è stata da noi l’anno scorso – spiega Salvatore Savasta, direttore della Pediatria – per poi essere trasferita in un centro specializzato».

FENOMENO PREOCCUPANTE.

Il fenomeno è preoccupante. «C’è stata un’impennata di casi» conferma Alessandra Foppa Pedretti, dal 2018 responsabile della neuropsichiatria infantile dell’Asst, la cui sede è in via Meneghezzi. Al suo fianco la collega Vera Cerioli.

«Siamo in poche – prosegue la neuropsichiatra – per tutto il lavoro che c’è da fare. Il numero ottimale sarebbe di cinque specialisti». 

Nel 2021 sono raddoppiati i casi di disturbi del comportamento alimentare tra le ragazze, ma anche tra i maschi

Il problema è legato alla cronica carenza di medici a livello nazionale e alla conseguente difficoltà dell’Asst a reperirne tramite bandi pubblici.

«Nel 2021 sono raddoppiati i casi di disturbi del comportamento alimentare tra le ragazze, ma anche tra i maschi – aggiunge Foppa Pedretti –: a volte si accompagnano ad altre sintomatologie psicopatologiche».

Le cause sono molteplici, ma sicuramente ha influito il periodo pandemico, con il conseguente rifugiarsi sui social. I modelli a cui si ispirano gli adolescenti sono sovente figure irraggiungibili. «L’immagine di sé – prosegue Foppa Pedretti – è molto influenzata dall’aumento di esempi idealizzati rispetto alla fisicità dei giovani. Ciò porta al bisogno di identificarsi con queste figure e da qui nasce una ricerca di un’immagine non più realistica. C’è poi il difficile controllo degli impulsi, legato al bisogno di diminuire l’ansia. Ci sono ragazzi che mi dicono: ‘Io dipendo dal cibo, se non mangio sto male psicologicamente’».

Gli specialisti lavorano su più fronti: «Integriamo terapia farmacologica e lavoro di psicoterapia – prosegue la neuropsichiatra –: dedichiamo attenzione al contesto familiare. Ci stiamo anche appoggiando ad un centro semi residenziale terapeutico, organizzato nell’oratorio Crema nuova. Alcuni giovani lo frequentano quotidianamente altri una volta la settimana. Serve tempo, questi casi non si risolvono in poche settimane».

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