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CREMONA

Minacciata e costretta a prostituirsi. Rimasta incinta, è accusata di procurato aborto illegale

La storia di Madalina: il bimbo era nato vivo ma è morto a sette ore dalla nascita

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

14 Marzo 2022 - 17:31

Franci

Il tribunale di Cremona

CREMONA - Nel 2015 Madalina ha 21 anni, abita a Craiova, in Romania, ma qui la vita le sta stretta. Sogna. Non in grande, ma sogna. Su Facebook conosce un ragazzo. «Ho un bar in Spagna, vieni con me», le dice. E lei ci casca. In Spagna finisce sulla strada: prostituzione e minacce. Madalina denuncia i suo aguzzini e viene messa in una struttura protetta. Attraverso Facebook, riallaccia con un amico ‘virtuale’. «Sono innamorato di te, raggiungimi», le dice. Dalla Spagna Madalina lo raggiunge in un paese del Cremonese. Un’altra trappola: prostituzione e minacce. Rimane incinta, prende delle pastiglie. Si procura un aborto illegale. Oggi Madalina ha 27 anni, è tornata in Romania. A Cremona è a processo. Era incinta alla ventesima settimana di gravidanza, quando, sei anni fa, si è procurata un aborto illegale con pastiglie di Cytotec. Aveva partorito un bimbo. Era vivo. É morto a sette ore dalla nascita.

Nel mese di novembre del 2016, Madalina è giù in Puglia, nella struttura Paragoghè, a San Pancrazio Salentino. A Cremona c’è l’indagine in corso. Lei è ancora «parte offesa». I carabinieri di San Pancrazio la convocano. Madalina riempie tre pagine. «Voglio raccontare come sono giunta in Italia. Nell’estate del 2015 su Facebook accetta l’amicizia di una persona, il cui nik name è Mary Crysty. Sul profilo c’è la foto di una donna. Durante le conversazioni, Madalina scopre che è un uomo. Si chiama Florin. Una settimana dopo lo invita a casa sua. I genitori di Madalina non vogliono, ma lei lo ospita per 3-4 giorni. Poi va lei a casa dei parenti di lui. Sembra un ragazzo serio, Florin. «Mi ha detto che aveva un bar in Spagna, proponendomi di andare a lavorare a Madrid». E a Madrid la porta in un appartamento. «Ci sono solo uomini», l’avverte. Florin, che divide la casa con un tale Nicu. E con due ragazze costrette a prostituirsi. Toccherà anche a lei. In quella casa ci resta un mese. «Sono stata costretta a prostituirmi: potevo uscire solo se accompagnata da Florin o Nicu e tutti i soldi che guadagnavo li prendevano con la forza, qualche volta mi hanno picchiato per prenderli. I due costringevano a prostituirsi me e le altre ragazze sia in casa che in strada».

Un giorno, «approfittando di un momento di assenza di Florin e Nicu», Madalina si reca in caserma. Denuncia i suoi aguzzini. «Sono stata inserita in una struttura in attesa del rimpatrio in Romania». E nell’attesa, riprende a chattare con Vialis, un’amicizia virtuale nata in Romania. «Sono inmnamorato di te, vieni da me», le dice. Madalina sale sul pullman, arriva a Milano, Vialis è lì che l’aspetta. La porta in un paese del Cremonese. Vialis, lo scoprirà poi, si chiama Stefanel. Ai carabinieri raccponta: «Mi ha portato via il passaporto, i soldi, mi ha portato in camera da letto. Mi sono ribellata, mi ha dato una schiaffo violento sul volto, facendomi molto male ed io ho dovuto sottostare al rapporto completo». Ogni volta le tocca fare sesso per non prendere botte. Madalina rimane incinta. La notte del 23 giugno del 2016 ha dolori fortissimi al ventre. Arriva l’ambulanza. In ospedale, durante la visita ginecologica si scopre che nella vagina ha pastiglie di Cytotec. «Un farmaco usato come antiulcera — ha spiegato al processo la ginecologa —, ha la capacità di attivare l’attività contrattile dell’utero e per questo viene utilizzato per l’interruzione di gravidanza illegale. Il farmaco si prende solo dietro prescrizione medica. Ma c’è un fiorente mercato nero proprio per la sua capacità di indurre interruzioni di gravidanza in maniera molto semplice ed efficace. E per questo è molto diffusa questa pratica di aborto illegale».

Alla ginecologa, Madalina non dice chi le ha dato il farmaco. È vaga nelle risposte. «Un amico». In ospedale provano ad interrompere l’aborto, somministrando farmaci anti prostglandinici, senza riuscire a fermare il travaglio. Alle 8.30 del mattino, Madalina partorisce un maschietto. E’ ancora vivo. Muore dopo sette ore. Il Cytotec ha indotto l’interruzione della gravidanza. Madalina aveva già avuto quattro parti spontanei e due interruzioni di gravidanza. Stefanel è già stato assolto perché non è stata raggiunta la prova che lui l’abbia indotta ad abortire. Madalina oggi a 27 anni. Il suo difensore Alberto Zucchetti ha confermato che «è tornata in Romania» da dove sei anni fa era partita, immaginandosi un futuro migliore. Il 30 maggio sarà sentita l’ostetrica.

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