L'ANALISI
28 Novembre 2021 - 06:23
CREMONA - In provincia sono circa una decina ogni anno le minorenni, tra i 14 e i 17 anni, che affrontano prematuramente una gravidanza. La città capoluogo e alcuni centri maggiori come Soresina e Castelleone, oltre ad una parte del territorio casalasco, hanno inoltre un tasso medio di parti di madri minorenni che supera il 2,79 ogni mille abitanti. Numeri che aprono le porte ad una serie di approfondimenti sulle cause, alcune probabilmente preoccupanti.
Sul fenomeno delle ‘mamme bambine’ ha tentato di fare luce l’Istituto Mario Negri di Milano. L’analisi riguarda il periodo ante-Covid e in particolare il 2019 quando in Lombardia hanno partorito 110 ragazze minorenni, mentre 317 hanno interrotto volontariamente la gravidanza e 7 sono andate incontro ad aborti spontanei. «Il fenomeno delle mamme bambine è abbastanza circoscritto in Italia, interessando in media 1,3 parti ogni mille a differenza di quanto avviene nelle nazioni dell’Est Europa dove i tassi sono anche 20 volte superiori, come è il caso della Bulgaria» precisa Rita Campi, statistica dell’istituto. Il collega statistico Massimo Cartabia puntualizza inoltre che «ci sono alcune province e in particolare quelle di Cremona, Pavia e Sondrio, dove il tasso di parto tra le minorenni è superiore a quello delle altre fasce d’età della popolazione in età fertile».
Per Cremona e provincia si parla appunto di una media di dieci parti all’anno di ‘mamme bambine’. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, solo il 40-50% di queste giovani è di nazionalità straniera e anche in questi casi il padre è quasi sempre italiano. «Per quanto ci è stato possibile, abbiamo cercato anche di ‘fotografare’ la storia che c’è dietro a queste ragazze – afferma Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di Salute pubblica dell’istituto –. Arrivando purtroppo a scoprire che se il 50% di esse ha una vita regolare e frequenta anche la scuola, altre hanno invece alle spalle precedenti interruzioni di gravidanze prima del parto in questione». Questo può fare supporre, ad esempio, che siano vittime del racket della prostituzione. E lo scopo della ricerca dell’istituto Mario Negri è anche quello di accendere i riflettori sulla questione, per poi poterla approfondire insieme a tutti gli enti competenti e trovare rimedi.
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