L'ANALISI
12 Marzo 2022 - 05:20
L'Ospedale di Cremona
CREMONA - Il Cancer Center di Asst Cremona non si farà. Se la pandemia aveva bloccato il progetto nato nel 2016 per realizzare un’area oncologica multidisciplinare all’interno dell’Ospedale Maggiore, con l’obiettivo di dare una risposta ampia e articolata al numero sempre più elevato di malati sul territorio, l’arrivo del nuovo ospedale supera e accantona definitivamente l’operazione. Non solo: le risorse stanziate da Stato e Regione Lombardia, pari a 7 milioni e 400 mila euro (di cui 7.030.000 a carico dello Stato e i restanti € 370.000 a carico di Regione Lombardia), saranno riallocate e in parte assorbite proprio dal grande progetto di creazione del nuovo polo ospedaliero. Lasciando fuori anche le tre ditte che già si erano aggiudicate gli appalti e aprendo la possibilità a contenziosi legali. Se, infatti, due degli appaltatori — «Ing. Luciano Brusaferro» e «Lenzi Consultant s.r.l.» — hanno accettato le transazioni economiche a titolo di rimborso (per un totale di circa 780 euro complessivi), non è stato così per la ditta Beltrami Costruzioni S.p.A., che ha trasmesso ad Asst una richiesta di indennizzo ritenuta «non accettabile in quanto si pone ben oltre i limiti che la legge e la giurisprudenza pongono» in casi simili.
Lo stop definitivo al Cancer Center arriva attraverso un decreto di revoca firmato dal dg Giuseppe Rossi il 9 marzo scorso, in un momento in cui la città sta ancora assimilando il cambiamento in atto sull’Area Donna, reparto pensato e dedicato alle patologie oncologiche femminili. Fiore all’occhiello della struttura cremonese, l’unità sta subendo una rimodulazione di spazi che però comporta un cambio drastico di abitudini tra le utenti in una condizione di fragilità fisica e psichica profonda. Anche nel caso del Cancer Center la decisione prende in considerazione questioni strutturali. «Il provvedimento di revoca riguarda solo i lavori di edilizia – spiega il dg Rossi —. ll progetto del nuovo ospedale ha superato la necessità, in questo momento, di un tale investimento economico. Sotto il profilo funzionale e operativo, di fatto, il Cancer Center esiste già, sia nell’approccio al paziente, sia nel metodo operativo, ed è caratterizzato dai percorsi di cura che afferiscono al dipartimento oncologico».
In altre parole, e come si legge anche nel documento, «ragioni di pubblico interesse e di opportunità economica» spingono verso un ripensamento. Secondo la lettura di Asst, ben spiegata nel decreto, i tempi di fruizione del servizio sarebbero risicati: se la realizzazione del Cancer Center è stimata entro la fine del 2023 e quella del nuovo ospedale è collocata tra 6 e 8 anni, il nuovo reparto potrebbe operare per 4, massimo 6 anni. Ne consegue che «i benefici si produrrebbero in relazione ad un lasso temporale assai ridotto, tale da non giustificare il costo dell’investimento per i soli lavori di realizzazione, a cui devono necessariamente sommarsi i costi legati all’adeguamento organizzativo e gestionale degli spazi dedicati» in un ospedale dove sono già in atto importanti ristrutturazioni in Terapia Intensiva e Pronto Soccorso.
La marcia indietro tra l’altro è prevista da mesi: è contenuta nero su bianco proprio nella dgr XI/5077 dello scorso 26 luglio riguardante l’approvazione del protocollo di intesa finalizzato proprio alla realizzazione del nuovo ospedale di Cremona. In quel documento, la Regione prendeva atto dell’istanza di revoca inoltrata, richiedendo a Asst di Cremona di comunicare l’esito delle verifiche di opportunità di revoca e di riassegnazione del contributo inizialmente attribuito per l’attuazione del progetto Cancer Center. E procedeva all’approvazione di un protocollo di intesa finalizzato alla realizzazione del nuovo ospedale nel percorso di sviluppo della sanità territoriale tra Regione, Provincia e Comune di Cremona, Asst di Cremona e Ats della Val Padana».
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