L'ANALISI
10 Marzo 2022 - 17:55
Carlo Cottarelli con il giornalista Riccardo Barlaam
CASTELLEONE - L'economista cremonese Carlo Cottarelli ha fatto tappa a Castelleone, grazie al teatro del Viale, e a margine dell’incontro sui temi di attualità internazionale ha proposto ai lettori de La Provincia un focus anche sulla situazione di Cremona e della sue realtà locali. Il segreto del rilancio per i piccoli Comuni? «Sfruttare meglio i bandi e le occasioni offerte dal Pnrr. Sembra scontato, dev’esserci la voglia di farlo però». Come il Cremonese può tornare protagonista? «Utilizzando le risorse per incrementare la produttività ma anche i servizi al cittadino».
Dalla marcoeconomia al quartiere del paesino, dalla crisi europea e mondiale alle casse dei Comuni che piangono anche tra il Po, l’Oglio e il Serio presentando poi il conto, inevitabilmente, ai cittadini. Come se ne esce? Nessuno, nemmeno l’economista nato sotto il Torrazzo, ex Fondo Monetario Internazionale e già Presidente del Consiglio Incaricato, ha la bacchetta magica per far uscire il coniglio dal cilindro, però Cottarelli non si tira indietro davanti alla spinosa domanda. Un’idea ce l’ha e può essere riassunta così: bisogna darsi da fare e individuare bene le aree da finanziare, senza sprecare troppe occasioni. E soprattutto quei soldi bisogna ricordarsi di chiederli a Roma. «Il problema fondamentale per i Comuni come Cremona, come Crema, Castelleone, Soresina, Soncino e tutto il Cremonese è se c’è abbastanza voglia e capacità di fare le cose. Abbiamo appena assistito al caso dei Comuni della Sicilia, Calabria e Campania che non hanno fatto sufficienti domande per accedere ai bandi che finanziano gli asili nido. Non conosco nello specifico le ultime mosse degli enti locali nella nostra zona ma spero che invece qui le amministrazioni si stiano muovendo rapidamente».
Per il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani della Cattolica di Milano c’è anche un modello da seguire, quello della Mole: «Sono stato di recente a Torino e dintorni e lì ho conosciuto dei sindaci che erano assolutamente attivi su questo fronte che costituisce una grande opportunità. Lo stesso vale per Cremona e per i Comuni della provincia che immagino si stiano muovendo bene. Si tratta di utilizzare bene quei fondi che servono a migliorare la capacità produttiva, a migliorare l’offerta, come dicevo, di servizi quali per esempio gli asili nido e di rendere le città più vivibili per tutti noi».
Nella Sala Teatro Leone il ruolo di anfitrione è assunto dal sindaco Pietro Fiori che introduce i protagonisti della serata. A Riccardo Barlaam, caporedattore de Il Sole 24 ore, il compito di mettere sul tavolo i temi più scottanti per farli analizzare dall’economista cremonese. Il dialogo si protrae per un’ora e mezza senza mai perdere verve e senza indulgere troppo nei tecnicismi. Indiscussa protagonista del dibattito pubblico è l’economia, com’era ovvio che fosse. Il professore cremonese snocciola esempi utili a comprendere la situazione dei conti nazionali: «Pochi italiani sanno qual è la differenza tra debito e deficit ma non c’è da preoccuparsi, non la conoscono nemmeno la maggior parte dei nostri politici. Potremmo comunque dire che il deficit è quell’ombrello che ci protegge in periodi di crisi. Il problema è che l’Italia l’ha tenuto aperto anche quando non pioveva». La pandemia, più lontana, tiene meno banco della geuerra. Anche qui l’analisi è lucida: «Ok le sanzioni ma il ricatto della Russia è militare, non economico. Non temiamo tanto per il gas quanto per l’arsenale atomico».
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