L'ANALISI
08 Marzo 2022 - 15:51
CREMONA - "Un lungo silenzio perché emerga forte la voce e l'incoraggiamento alle donne ucraine". così la Provincia di Cremona, con la delegata alle Pari Opportunità della Provincia Ilaria Dioli insieme alla Consigliera di Parità provinciale Cristina Pugnoli e la Presidente del Cug Comitato Unico di Garanzia della Provincia Valeria Nassi, hanno scelto di celebrare, quest’anno, un 8 marzo “silenzioso”, realizzando presso il cortile centrale un flash mob. "Un segno di solidarietà alle donne ucraine", così come promosso dalla Provincia di Lecce e a seguire da altre Province.
Presenti, fra gli altri, oltre al Presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni con il vice Giovanni Gagliardi, la consigliera provinciale Valeria Patelli, le sindache del territorio Ornella Bellezza, la garante dei diritti delle persone private della libertà personale Carmela Fazzi, già consigliera di Parità della Provincia di Cremona, Rosita Viola (assessora Pari Opportunità Comune di Cremona), Emanuela Nichetti (assessora Pari Opportunità Comune di Crema), le studentesse ucraine Kseniia Overko e Aleksa Amor.
“In questa giornata particolarmente importante ho ritenuto opportuno e doveroso da parte della Provincia manifestare la nostra solidarietà al popolo Ucraino ed, in particolare, alle donne ucraine”, ha introdotto la delegata alle Pari Opportunità e consigliera provinciale Ilaria Dioli, che ha citato i pensieri e le frasi di Anna Andreevna Achmatova, donna nata vicino ad Odessa che, con l’avvento del regime sovietico, visse la sua vita sotto costrizione e fu condannata al silenzio per lungo tempo. Il suo unico figlio, Lev, fu arrestato e deportato. La delegata ricorda anche Simone Weil, scrittrice e pensatrice francese, sul concetto di sofferenza e dolore connessa alla “sventura”.
“Solidarietà alle donne ucraine” – ha cosi concluso Ilaria Dioli. È seguito l’intervento della Consigliera di Parità Cristina Pugnoli: “Oggi voglio dedicare il nostro pensiero alla resistenza delle donne ucraine: le donne vestono i nostri stessi panni, le madri fanno gli stessi sacrifici delle nostre, le nonne viziano e coccolano i loro nipoti come le nostre, quelle donne siamo noi, con gli stessi sogni, desideri, ambizioni. È inevitabile immedesimarsi in loro mentre corrono con i loro figli in braccio, spingendo la sedia a rotelle dell’anziano genitore, donne che cercano di varcare il confine su un treno gremito o in macchina o a piedi. Quelle donne potremmo essere noi, quei gesti disperati, i nostri. Ma cosa faremmo al loro posto? Inna Sovsun, deputata del parlamento Ucraino, ha lasciato al confine il figlioletto con il marito ed è rimasta a Kiev per partecipare alla resistenza”. Alla conclusione della manifestazione, sullo sfondo di un allestimento con mimose e fiocchi azzurri per richiamare i colori della bandiera dell'Ucraina, la studentessa soprano Kseniia Overko ha intonato l’inno ucraino, suscitando grande commozione in tutti i presenti.
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