SOS ACQUA
03 Marzo 2022 - 12:16
AGNADELLO - Morire costa più caro ad Agnadello. Almeno così sembra stando ai numeri riportati sulla delibera di giunta che fissa le nuove tariffe cimiteriali, in particolare quella per la tumulazione nelle tombe di famiglia, voce cui si sofferma il gruppo di minoranza «Lista per Agnadello» che sottolinea l’aumento da 260 a 358 euro sparando a zero contro il sindaco Stefano Samarati. Il primo cittadino risponde però a tono, parlando di «Un altro buco nell’acqua della minoranza» e l’ennesima polemica fra le forze politiche agnadellesi è servita. «Parliamo di un incremento del 38% -afferma Giovanni Calderara, capogruppo consiliare di Lista per Agnadello - che in un momento come questo, caratterizzato dall’impennata dell’inflazione, spinta all’insù dal vertiginoso aumento di luce e gas, il Comune avrebbe potuto e dovuto evitare. Se l’adeguamento fosse stato di qualche euro in più o in meno, come si è fatto per la maggior parte delle altre tariffe cimiteriali, la cosa sarebbe passata inosservata o comunque sarebbe stata tollerata ma aumentare il costo di un’operazione cimiteriale di routine da 260 a 358 euro vuol dire stravolgere i parametri di riferimento ed infischiarsene del difficile momento che i cittadini stanno affrontando proprio a causa dei rincari di luce, gas, benzina e carrello della spesa».
«Siamo alle solite – replica Samarati -, con la minoranza che ha montato un castello di sabbia. In fase di gara d’appalto dei servizi cimiteriali non c’è stato alcun aumento delle tariffe: si è semplicemente provveduto, nella redazione del nuovo capitolato, ad accorpare il costo del servizio cimiteriale di tumulazione in tomba con i costi che la famiglia del defunto avrebbe dovuto sostenere per le opere murarie. Così facendo siamo andati a garantire un servizio più snello in quanto la famiglia del defunto non si dovrà più preoccupare di cercare una ditta per le opere di muratura, ma ci penserà direttamente l’azienda indicata dal Comune. L’aumento è di circa 100 euro – conclude Samarati -, somma sicuramente inferiore al costo di mercato delle opere che le famiglie avrebbero dovuto sostenere».
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