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LA GUERRA DI PUTIN

Petryshak: «I miei famigliari stanno imbracciando i fucili»

La violinista testimonial della città di Stradivari racconta la sua preoccupazione per i parenti in Ucraina

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

02 Marzo 2022 - 09:25

Petryshak: «I miei famigliari stanno imbracciando i fucili»

Anastasiya Petryshak durante il concerto tenuto a Kiev per i trent’anni dell’indipendenza dell’Ucraina (foto Luca Rossetti)

CREMONA - Preoccupata per la sorte della sua nazione pur con la momentanea certezza che i suoi parenti stanno bene, Anastasiya Petryshak, nata a Ivano Frankivsk, città situata nella parte occidentale dell’Ucraina, segue gli sviluppi della guerra nel suo paese con apprensione, per quanto la sua professione di musicista l’abbia portata lontana da casa fin da giovanissima. Petryshak fa musica da quando aveva cinque anni ed è stata ammessa all’Accademia Stauffer a 15 anni e subito dopo subito dopo all’Accademia Chigiana di Siena, seguita dal maestro Salvatore Accardo. Oggi vive a Zurigo ed è una concertista di fama internazionale e testimonial di Cremona e dei suoi violini nel mondo, ma in queste ore il suo cuore e la sua attenzione è per l’Ucraina e il dramma che stanno vivendo i suoi connazionali.

Avrebbe mai pensato a un evento simile?
«Penso proprio che nel 2022 nessuno si sarebbe immaginato un’invasione così. Fino all’ultimo credevo che la questione si sarebbe risolta in modo diplomatico. L’ultima volta che sono stata in Ucraina era in agosto: ho suonato a Kiev per i 30 anni di indipendenza dell’Ucraina. E non c’erano avvisaglie di una possibile invasione. I miei genitori, invece, sono stati in Ucraina poco tempo fa, e nessuno sul posto parlava di guerra. Sono tornati qualche giorno prima dell’inizio dei bombardamenti. A pensarci mi vengono ancora i brividi».

Ha parenti e amici in Ucraina?
«Certo: ho la nonna, gli zii e i miei cugini. Gli uomini della famiglia sono stati chiamati per difendere il paese. Sono persone come noi, che da un giorno all’altro sono stati chiamati per usare i fucili, improvvisandosi militari. Chi è mai pronto ad affrontare una guerra? Per non parlare della preoccupazione delle mogli, madri e sorelle... La cosa ammirevole però è vedere lo spirito forte, la resistenza, il coraggio e l’amore per la patria che hanno, tutti».

La violinista Anastasiya Petryshak è nata a Ivano Frankivsk, città situata nella parte occidentale dell’Ucraina

Ha avuto un bimbo da poco: qual è il suo sguardo di mamma nei confronti di una guerra e quanto ciò che accade lo porta istintivamente sul futuro di suo figlio?
«Ogni generazione ha la responsabilità di migliorare il mondo per la generazione successiva. Come mamma, voglio solo il meglio per il mio piccolo angioletto, Andre. Trovo ciò che accade oggi molto triste. Il mio desiderio è quello di lasciargli un mondo con valori sani, la pace, solidarietà e rispetto. Vorrei insegnargli l’importanza dell’arte e della cultura, chiave fondamentale per lo sviluppo di un pensiero sano che spinge a costruire invece che distruggere».

La musica può avere un ruolo in tempi di guerra?
«Direi di sì, proprio per il suo valore universale. La musica va oltre a tutte le frontiere, non ha bandiere o interessi. È un linguaggio che ci dovrebbe unire e far riflettere. Penso che l’arte sia fondamentale per prevenire le guerre. Se ciò che sta succedendo succede è perché di base c’è la mancanza di umanità, sensibilità e empatia... L’arte fa crescere questi valori».

Concertista di fama internazionale, Petryshak è testimonial di Cremona e dei suoi violini nel mondo

La situazione attuale ha cambiato i tuoi programmi di concertista?
«Ovviamente sono stati cancellati i miei concerti in Ucraina a Kiev e a Lviv. Uno dei quali era di beneficenza per i bambini orfani organizzato da TulSun Fondation. Penso però che proprio ora dobbiamo suonare di più per aiutare, sostenere, dare speranza, coraggio e mandare un messaggio di vicinanza per tutti quelli che soffrono per questa guerra ingiusta. I miei piani in Italia non cambiano, suonerò a Ferrara il 26 marzo, a Cremona il 9 aprile e a Como il 10 aprile... Sento una forte necessità di suonare la musica Ucraina ora più che mai. Omaggerò alcuni compositori ucraini durante questi concerti».

Come vede il futuro?
«Bisogna rimanere fiduciosi e con lo spirito forte — mostra ancora fiducia, la violinista «adottata» da Cremona. C’è una frase di Gandhi che mi ha colpito molto e trovo che sia la chiave per un futuro sereno: Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace».

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