L'ANALISI
25 Febbraio 2022 - 09:09
L'impianto di stoccaggio della Stogit (Snam) a Bordolano
BORDOLANO - È partito alcuni anni fa, accompagnato anche da timori e polemiche. L’amministrazione comunale ci ha creduto ed oggi a Bordolano il sito di stoccaggio di Stogit, azienda di Snam (che gestisce anche gli impianti di Ripalta Cremasca e Sergnano) che gestisce le riserve di gas in Italia, diventa protagonista assoluto in tema di rifornimento di energia, a livello nazionale. Il sito di Bordolano, con 1,2 miliardi di metri cubi di working gas (ossia di gas disponibile per gli utenti del sistema), rappresenta circa il 9% della capacità di stoccaggio italiana (12,5 miliardi di metri cubi, ai quali vanno aggiunti 4,5 miliardi di stoccaggio strategico) e l’8% della punta massima di erogazione (20 milioni di metri cubi al giorno).
L’impianto, composto da 9 pozzi, sorge in un’area di 17 ettari, 8 dei quali sono di verde. Intorno alla struttura, nell’ambito dei lavori di realizzazione, ultimati nel 2016, sono state messe a dimora 970 piante d’alto fusto, 40 mila arbusti sempreverdi e sono stati realizzati 4 laghetti con vegetazione acquatica.
Siti come questo sono 13 in Italia e sorgono su giacimenti esauriti. Il gas è immagazzinato dentro i pori della roccia nel sottosuolo, dove è rimasto per milioni di anni prima di essere estratto. Durante l'estate, quando si consuma meno metano, questo viene prelevato dalla rete nazionale di trasporto e stoccato nel sottosuolo per poi essere prelevato e utilizzato d'inverno, quando la domanda è più alta. A Bordolano il giacimento si trova a 1.700 metri di profondità. Le sue caratteristiche geomorfologiche lo rendono idoneo ad essere utilizzato per stoccare in sicurezza il gas naturale.
La finalità è duplice. Da un lato la domanda di gas varia in modo importante tra estate e inverno: nella stagione fredda cresce fino a 4 volte il consumo estivo. Per assicurare approvvigionamento e per garantire il bilanciamento del mercato, colmando il gap tra domanda e offerta, lo stoccaggio ha un ruolo decisivo. La seconda funzione, non meno importante, è quella di far fronte a eventuali crisi geopolitiche o carenze di forniture, che arrivano dalle importazioni via tubo o attraverso gas liquefatto ai terminali di rigassificazione o ancora dalla produzione nazionale. Il gas che consumiamo in Italia arriva da varie fonti (Russia, Algeria, Azerbaigian, Libia, Nord Europa e liquefatto da Usa e Nord Africa). Quanto a capacità di stoccaggio, il Paese è al secondo posto in Europa con 18 miliardi di metri cubi di gas, secondo solo alla Germania.
Alla Stogit dicono al 40%, a fronte di una media europea di circa il 31%. Abbastanza per scongiurare problemi anche se dovesse peggiorare la crisi. In questo aiuta anche il clima particolarmente mite. E il futuro? I provvedimenti del governo vanno verso il massimo riempimento degli stoccaggi per aumentare la sicurezza. Obiettivo a livello europeo, partire il prossimo inverno a stoccaggi pieni. Massimiliano Erario, amministratore delegato di Stogit, spiega: «L’impianto di Bordolano riveste un ruolo strategico nel sistema gas italiano al pari degli altri otto siti di stoccaggio gestiti dal gruppo Snam, che contribuiscono in modo decisivo alla sicurezza energetica del nostro Paese. Questo stabilimento, l’ultimo in ordine di tempo avviato da Stogit, dotato delle più avanzate tecnologie, rappresenta un tassello chiave degli approvvigionamenti energetici italiani, in un’area caratterizzata da massimo consumo dovuto all’intensa attività economica e industriale».
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