L'ANALISI
19 Febbraio 2022 - 05:10
CREMONA - Formare gli operatori zootecnici del domani, educandoli alla passione per il mondo agricolo e per l’antica arte del lavoro manuale a contatto con la natura. È questa la missione dell’Ifp Sant’Antonio Abate, il corso triennale di formazione professionale fondato nel 2018 che amplia l’offerta delle scuole della Diocesi, proponendosi come sentiero d’accesso privilegiato per un settore particolarmente fertile e ricco d’opportunità nella provincia di Cremona. Immerso negli spazi del Seminario Vescovile in via Milano, al fianco delle aule del Liceo Vida e della Scuola primaria Canossa, l’Ifp Sant’Antonio Abate vuole innanzitutto valorizzare l’intelligenza pratica e la predisposizione alla manualità degli studenti troppo spesso trascurati dalla scuola tradizionale. Ma non solo: vuole essere un ponte verso quella fitta rete territoriale composta da aziende agricole e allevamenti bisognosi di manodopera, sempre più in cerca di ragazzi disposti a imparare un mestiere, talvolta sottovalutato, ma in realtà di enorme valore. Per questo il corso è dedicato alla memoria di Sant’Antonio Abate, protettore delle stalle, e garantisce al termine dei tre anni un duplice sbocco: l’inserimento immediato nel mondo del lavoro con attestato di «operatore zootecnico» oppure, in alternativa, la possibilità di continuare gli studi fino al raggiungimento del diploma.
«Il percorso formativo si apre nel primo anno con un piano di studi di 30 ore settimanali, divise tra lezioni in aula, laboratori agronomici e di stalla, attraverso i quali i ragazzi iniziano a ‘mettere le mani in pasta’ confrontandosi con professionisti e agricoltori esperti – spiega la preside, Monica Guarneri –. Nel secondo e nel terzo anno, poi, diventa preponderante l’attività di stage nelle aziende: un momento di crescita prezioso con esperienze pratiche di alto profilo, capaci di avvicinare gli alunni alle reali esigenze del settore zootecnico». Nel corso del triennio le attività più strettamente manuali si armonizzano con le materie d’indirizzo dell’area tecnico-professionale, oltre che con quelle maggiormente tradizionali dell’area umanistica e dell’area matematico-scientifica. Il tutto, però, senza mai dimenticare le necessarie connessioni con il mondo agricolo. «Il metodo che stiamo portando avanti come forma di insegnamento è quello induttivo – continua la dirigente scolastica –. Ovvero lo sviluppo della conoscenza attraverso problemi e spunti di discussione reali, da cui ricavare nuovamente i concetti solitamente imparati a livello teorico».
Proprio per educare gli studenti al rapporto quotidiano con gli animali, l’Ifp Sant’Antonio Abate si è dotato di una fattoria didattica interna nella quale gli iscritti al corso possono accudire asini e cavalli, oppure occuparsi della raccolta del fieno in gruppo. La dirigenza scolastica ha inoltre attivato progetti di collaborazione con il mondo ippico e altre realtà locali, non solo zootecniche, con l’obiettivo di proporre un’offerta formativa sempre più vasta. Senza escludere, in futuro, l’apertura del corso a nuovi indirizzi del settore agrario. A tutti gli iscritti, infine, è garantito l’accesso ai servizi extra-scolastici del Seminario: dal bar alla mensa, passando per gli spazi ricreativi comuni, la biblioteca, la palestra e le attività di studio pomeridiane. Un’esperienza di crescita e di formazione a trecentosessanta gradi perfetta per chi, in un futuro non troppo lontano, si sogna all’opera in mezzo alla natura, tra campi e animali. Fedele allo slogan ricorrente dell’Ifp, che poi è quello di ogni mestiere: «Lavorando si impara».
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