SOS ACQUA
CORONAVIRUS. LA RIPARTENZA
14 Febbraio 2022 - 05:25
CREMONA - Il silenzio si infrange dopo quasi due mesi: sono le 23 di sabato quando i dj About Gala e Atcg premono il tasto «on» del mixer. Sulla pista da ballo della Centrale del Latte è di nuovo festa, di nuovo leggerezza, di nuovo dance. Gli spazi della discoteca di via Nazario Sauro si popolano rapidamente. Prima che le porte si spalanchino, sono già oltre un centinaio i giovani in coda all’ingresso, praticamente tutti teenager e post-adolescenti: la generazione che ha sofferto più di ogni altra le restrizioni anti-contagio, la socialità negata, le mancanza di contatti diretti.
L’attesa ordinata, il green pass sul display dello smartphone, la fila al guardaroba. E poi, sì: finalmente il sapore della libertà ritrovata. Gli abiti da sera e le camicie inamidate sfarfallano nei coni di luce blu e viola che bersagliano il dancefloor, mentre il ghiaccio tintinna nei bicchieri che veleggiano tra i banconi del bar e i tavoli. Si sorride e si balla per esorcizzare lo spettro dell’immobilità che pesa sulle spalle. In fondo tutto è come sempre.
Ma questa sera sembra nuovo, persino inatteso. In due anni - da quel maledetto 21 febbraio del 2020 che ha sconvolto l’Italia e l’Occidente - le disco hanno potuto dispensare divertimento per circa tre mesi complessivi. In svago a singhiozzo e musica a intermittenza. Ma ora il «popolo della notte» confida di trovarsi di fronte allo scollinamento decisivo: quello verso la libertà definitiva.
Lo sperano i giovani che muovono gambe e fianchi sulle hit del momento e - soprattutto - se lo augurano gli imprenditori del mondo dell’intrattenimento che sono riusciti a sopravvivere alla grande crisi innescata dal Covid-19. Che, ora, guardano con fiducia alla bella stagione alle porte.
«Si riparte azzoppati, ma almeno si riparte - dichiarano i due giovani gestori della CdL, Edoardo Gobbini e Sergio Bonelli -. Le regole in vigore riducono la capienza massima del locale a poco più di 400 persone in contemporanea. Ovviamente auspichiamo che i decisori politici possano presto allargare le maglie delle restrizioni».
È dello stesso avviso Luciano Zanchi, storico patron della CdL di Cremona e presidente di Asso Intrattenimento: «Siamo naturalmente felici di poter tonare a fare il nostro mestiere, benché le limitazioni, in questa fase, rendano la gestione antieconomica».
Perché gli ingressi al 50% continuano a rappresentare un disincentivo per tanti imprenditori del settore. «I cosiddetti ristori non sono stati distribuiti in misura congrua - prosegue Zanchi -. E le conseguenze sono inequivocabili: prima della pandemia il nostro comparto contava 3.200 aziende, che oggi si sono ridotte a 2 mila. E, tra queste, solo mille sono già pronte a riaprire i battenti nell’immediato».
Zanchi, quindi, riflette: «Per riavviare il motore dell’intrattenimento notturno servono certezze. Che dipendono principalmente dalla decisioni che assumerà il Governo. Gli imprenditori della notte hanno dovuto far fronte a troppi stop & go, ognuno dei quali ha costituito una perdita di patrimonialità. Ora vogliamo tornare ad essere luoghi di aggregazione per giovani e non solo e diventare punti di riferimento sicuri per i clienti».
Zanchi, infatti, rivendica il ruolo di presidi di sicurezza della sicurezza: «Durante la nostra assenza coatta, nelle strade e nei ristoranti è capitato il finimondo. Per questo chiediamo al Governo, in primis al ministro Speranza, di stabilire regole certe e applicabili. In questo momento le contraddizioni sono evidenti. Ad esempio: come è possibile ballare a due metri di distanza l’uno dall’altro?».
Zanchi ha portato di fronte al Parlamento le richieste del settore: «Entro due settimane ci aspettiamo di raggiungere il 75% della capienza, mentre per la fine di marzo chiediamo che gli ingressi tornino al 100%».
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