L'ANALISI
10 Febbraio 2022 - 10:21
CREMONA - L’annuncio della manifestazione indetta per domani mattina a Cremona da Confagricoltura Lombardia sul tema ormai drammatico del prezzo del latte alla stalla comincia a raccogliere risultati e adesioni sul versante politico-istituzionale.
«Fin da martedì sera ho deciso di convocare il Tavolo regionale del latte, che si terrà nel pomeriggio di martedì prossimo a Milano», spiega l’assessore lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi, garantendo il suo intervento all’iniziativa di domani (dalle 9 alle 13 davanti a CremonaFiere).
«Penso che la questione abbia assunto valenza e caratteristi che di natura politica: c’è un accordo di filiera nazionale sul livello del prezzo alla stalla, che è stato sottoscritto da tutte le parti a vario titolo interessate e va quindi rispettato. Se non accade, a mio giudizio il tema non è più tecnico, ma - appunto - politico; il tavolo dovrà prenderne atto, richiamando le parti a far rispettare le intese ai propri associati. Altrimenti la tensione che sta crescendo fra gli allevatori, dovuta anche al forte incremento dei costi delle materie prime, potrà solo essere rafforzata dalla consapevolezza che gli accordi possono non avere valore anche se sono stati firmati. E sarebbe davvero una brutta consapevolezza».
«Quindi da un lato — prosegue Rolfi — vogliamo verificare se e quanto l’accordo viene rispettato in Lombardia, per poi agire di conseguenza. Dall’altro, proseguire nell’impegno per la determinazione di criteri quanto possibile oggettivi sui quali basare il prezzo del latte alla stalla. Un lavoro che avevamo già intrapreso come Regione e che ora si è spostato sul livello nazionale, dopo l’approvazione del decreto legislativo in tema di pratiche sleali che impegna Ismea a definire il costo di produzione sostenuto dalle stalle. Noi collaboreremo con Ismea, e consideriamo fondamentale il fatto che ci sia finalmente un solido riferimento legislativo. Il decreto - e la direttiva comunitaria che viene così recepita nel nostro ordinamento - stabilisce infatti con chiarezza che pagare un prodotto agricolo meno del suo costo di produzione costituisce una pratica sleale. Definire ‘oggettivamente’ il costo permetterà quindi di attuare in concreto la nuova norma, dando origine ad un sistema più moderno ed equo nella distribuzione del valore lungo la filiera».
La conclusione: «Detto questo — chiosa Rolfi — oggi il nostro compito è anche quello di favorire un clima sociale e politico più sereno. È necessario che tutta la filiera maturi piena consapevolezza dello stato di fortissima sofferenza nel quale si trovano le aziende agricole, specie quelle che lavorano al di fuori del circuito dei prodotti tutelati, strette come sono tra costi di produzione alle stelle e una remunerazione inadeguata. Accadrà? Io sono abituato a pensare che un accordo sottoscritto equivale ad un impegno preso, e che gli impegni si rispettano. Non vorrei dover pensare che qualcuno ha firmato un’intesa per non farla rispettare o per non rispettarla. Sarebbe un po’ triste. Confido che non sia così».
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