L'ANALISI
TRASPORTO PUBBLICO: I NODI
08 Febbraio 2022 - 05:25
CREMONA - Nuova puntata dello scontro in atto tra i comitati pendolari lombardi, di cui fanno parte anche quello cremasco e InOrario di Cremona, e i vertici regionali e di Trenord. Nelle scorse settimane gli utenti avevano scritto al presidente regionale Attilio Fontana: avevano criticato Trenord per le continue cancellazioni di convogli, secondo loro ben oltre quelle per le assenze per Covid, i ritardi e i problemi mai risolti al vetusto materiale rotabile, chiedendo inoltre le dimissioni dell’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi. Da Palazzo Lombardia Terzi si era difesa, ma Fontana non era intervenuto. Qualche giorno dopo la replica della società che gestisce il traffico ferroviario per contro di Regione.
«Oggi – avevano spiegato da Trenord – i viaggiatori giornalieri sono a stento 375.000, ben lontani dagli 800.000 pre-Covid. L’offerta soddisfa ampiamente la domanda: circa 2.000 treni, erano 1.800 durante le festività natalizie, e oltre 950.000 sedili. Non risultano criticità per assembramenti: nessun treno ha mai raggiunto riempimenti oltre il livello dell’80% prescritto dalle disposizioni ante-Covid». Ieri la nuova lettera a Fontana da parte dei comitati. Eloquente l’oggetto: «Qualità del servizio ferroviario regionale». I pendolari sottolineano. «Ci sono stati diversi tentativi di risposta, espressi però da parte di chi non è stato da noi direttamente interpellato, ma non da lei che guida la nostra Regione e ha la responsabilità politica del suo governo. L'ultimo atto di questa agitazione è una e-mail inviata massivamente da Trenord a tutti i suoi clienti, presenti e passati, in cui cerca di difendersi scaricando ogni responsabilità su fatti esterni o su altri enti o società, evitando di esprimere, come di consueto, una benché minima autocritica, necessaria premessa di ogni azione di miglioramento». I viaggiatori chiedono un faccia a faccia con Trenord e la Regione: «Non intendiamo in questo momento entrare nel merito dei singoli punti elencati dall'Azienda, sui quali peraltro non abbiamo alcuna difficoltà ad affrontare un serio confronto nelle opportune sedi istituzionali».
Poi insistono chiedendo al presidente una presa di posizione su quanto avviene ogni giorno sulle linee ferroviarie regionali, comprese quelle cremonesi e la Cremasca. «È invece nostra intenzione chiedere a lei nuovamente se il governo regionale ritenga accettabile l’attuale livello del Servizio ferroviario e soprattutto quale futuro intenda dargli. Si è visto dal 2018 un progressivo ridimensionamento, iniziato fin da prima e indipendentemente dalle contingenti vicende del Covid che hanno solo evidenziato la fragilità di un’Azienda che anche in tempi ordinari si trovava costantemente in affanno». Da qui l’invito a Fontana a far conoscere la propria posizione in merito. «Si tratta, pertanto, di una risposta politica, non tecnica – si conclude la lettera – che spetta al titolare del servizio e non al fornitore e su questo attendiamo fiduciosi riscontro e indicazioni da lei».
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