L'ANALISI
CREMA. IL PROCESSO
03 Febbraio 2022 - 19:18
Ousseynou Sy e il pullman a fuoco a San Donato
ROMA - "Fu un atto terroristico". La Cassazione conferma la sentenza di condanna a 19 anni di reclusione per Ousseynou Sy - 48 anni, senegalese, l’ex autista di Autoguidovie - che il 20 marzo del 2019 sequestrò 50 bambini, i professori Alessandro Cadei e Giacomo Andrico, la bidella Tiziana Magarini della scuola media Vailati. La sentenza è arrivata dopo le 18,30.
«Quando il 20 marzo 2019, sequestrò 50 bambini, due professori e la bidella della scuola media Vailati, li legò con fascette da elettricista e armato di pistola, coltello, accendigas, dirottò il bus imbevuto di benzina verso Linate, Ousseynou Sy mise in atto un sequestro e un attentato a scopo di terrorismo. Ma la finalità di terrorismo va cercata nel suo terrificante video girato giorni prima: "Meritate il dolore più grande"». Lo aveva affermato la Corte d’Assise d’Appello nelle 120 pagine di motivazione della sentenza stasera confermata.
Quaranta minuti di terrore vissuti dai bambini legati con le fascette da elettricista su quel pullman che intorno alle 10.30 si presentò davanti alla palestra, nel quartiere di Santa Maria per riportarli a scuola. Da tempo Sy aveva studiato il suo folle piano. Due giorni prima, riempì due taniche di benzina al distributore di Madignano, quella mattina cambiò il turno con un collega, nello zainetto il passaporto e i soldi in contanti. Fece salire i bambini sul bus con la scritta ‘Fuori servizio’, fece una «manovra strana» e puntò su Milano. Quaranta minuti di terrore. Armato di coltello (la lama era lunga 15-20 centimetri), di pistola e di accendigas, minacciò di morte i piccoli. Obbligò una bimba ed un maschietto a mettersi accanto a lui. Due scudi umani, i bimbi. Un piano folle, programmato.
Alcuni giorni prima, Sy si era seduto davanti al suo pc e aveva registrato un video: «Meritate il dolore più grande, il dolore più grande che si possa immaginare. Ci stanno sterminando, fratelli, è ora di aprire gli occhi». Trentasette minuti in cui Sy, un «signor nessuno» sino al 20 marzo, ha parlato delle morti dei migranti nel mar Mediterraneo, dello sfruttamento dell’Africa da parte dell’Occidente. E invitato alla rivolta: «Figli dell’Africa, meglio morire combattendo».
Tre anni dopo, restano impresse le scene angoscianti dei bambini che a San Donato, urlando e in lacrime, scheggiano giù dai finestrini, mentre Sy, al volante di una «bomba vagante», riprende la sua folle marcia. Nelle sue «lucide intenzioni», voleva raggiungere l’aeroporto di Linate e salutare, da eroe, l’Italia per raggiungere la sua Africa.
Tirò dritto. A San Donato, fine dell’incubo. Quando i carabinieri lo tirarono giù, il bus era già vuoto. Poi, le fiamme che divorarono il pullman.
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