L'ANALISI
02 Febbraio 2022 - 05:30
(foto d'archivio)
DOVERA - Un corpo striscia nel buio. La telecamera a infrarossi getta un fascio di luce su quella sagoma nera che avanza a passo del leopardo. No, non è una scena tratta da Full Metal Jacket. Quei movimenti felpati e circospetti sono stati catturati da uno degli occhi elettronici del sistema di sorveglianza del polo scolastico di Dovera: l’ignoto che si trascina furtivo nel corridoio dell’istituto con una torcia addosso è uno degli uomini della gang che, con freddezza calcolata, ha fatto razzia di computer portatili in quindici diversi punti della struttura che accoglie elementari e medie. In tutto sono spariti quaranta dispositivi per un valore complessivo vicino ai ventimila euro. Un colpo da specialisti, messo a segno nel cuore della notte con il sangue freddo di chi sa perfettamente come e dove muoversi per eludere i sensori dell’impianto d’allarme.
Quello di Dovera è solo l’ennesimo furto commesso negli istituti scolastici del territorio: nell’ultimo anno o poco più sono una decina le incursioni andate a segno nelle scuole del Cremasco e del vicino Lodigiano. Abbastanza da accendere il sospetto sull’esistenza di un’unica regia criminale dietro i colpi ravvicinati.
Il 28 dicembre scorso era finito nel mirino il plesso di Vaiano, dove erano stati razziati 37 laptop; il 25 ottobre lo stesso destino era toccato alla primaria di Nosadello, dalla quale erano stati prelevati due personal computer. Prima ancora, i ladri erano entrati in azione per ben due volte alla primaria di Spino (a luglio e a ottobre). E il polo di Dovera, tra l’altro, aveva già subito una visita sgradita nell’autunno del 2020.
Ma la lista dei raid nelle scuole — almeno quella ufficiosa — sarebbe addirittura più corposa. Questa volta gli uomini che hanno in carico le indagini — i carabinieri della stazione di Pandino e quelli del Comando di Crema — hanno a disposizione un prezioso elemento in più per mettere a fuoco le loro ricerche: quelle riprese delle telecamere di sorveglianza che immortalano l’azione di un vero e proprio professionista. Che certamente non si è mosso da solo ma, con ogni probabilità, in concorso con altri due o forse tre complici. Le immagini al centro dell’indagine dei militari dell’Arma non lasciano spazio a dubbi: la meticolosità e la calma che traspaiono dai gesti dell’uomo finito nell’inquadratura raccontano di un’incursione gestita da professionisti e pianificata nei minimi dettagli. Con una conoscenza minuziosa degli ambienti scolastici, sia esterni che interni.
I ladri, dopo aver salito le scale che portano al tetto dell’edificio, sono penetrati nel polo scolastico dai locali tecnici in cui sono collocati i condizionatori e la centrale termica; da lì hanno sollevato una tapparella e forzato una finestra. Una volta dentro, hanno passato al setaccio quattordici diverse aule: in ognuna era custodito un computer portatile collegato ad una Lim.
Forzare le serrature e scassinare i computer case deve essere stato poco più che un gioco da ragazzi. I criminali non hanno risparmiato la stazione di ricarica dei laptop: sul carrello erano ordinati ben 26 dispositivi. I malviventi hanno frugato in ogni angolo, ad eccezione degli ambienti — due sale professori e un’altra aula — dove sono posizionate tre telecamere del circuito di sicurezza. Forse quella che si è azionata nel bel mezzo del blitz ha colto di sorpresa la gang. Ma non tanto da scompaginare il piano criminale.
Il ladro ripreso dall’obiettivo sembra non avere alcuna fretta: la sua silhouette total black (passamontagna compreso) compare alle 2.44, poi striscia per alcuni metri lungo il corridoio e, quindi, scivola in un’aula da cui sbuca con un portatile sotto braccio alle 2.49. Esattamente cinque minuti dopo. Insomma: i ladri hanno agito con tutta la calma del mondo. E l’allarme non si è mai innescato. Eppure, assicura la relazione tecnica della società che gestisce l’impianto, tutti i dispositivi erano correttamente attivati e perfettamente funzionanti.
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