L'ANALISI
18 Gennaio 2022 - 09:36
Irene Gavioli del Bar Super Moka
CREMONA - «Sarebbe la fine dell’Italia del rito del caffè al bar», commenta con accento francese Luca Sobrecases, mentre fa colazione con alcuni compagni di liuteria. Il tema è: caffè a 1,50 euro, un aumento non da poco che potrebbe arrivare, se non è già stato applicato, come conseguenza dell’incremento delle materie prime e dell’energia elettrica.
Dietro i banconi dei bar se ne parla, ma per ora c’è chi non ha aumentato e tiene il caffè ancora a 1,10 euro la tazzina. «In Europa il prezzo del caffè al banco oscilla dai 2,30 ai 2,50 euro, non mi sembra uno scandalo aumentare il costo a 1,50 — afferma Alessandro Volta del Pierrot —. Il costo del caffè come materia prima è aumentato dell’8%; e a questo bisogna poi aggiungere quello che ha riguardato energia, detersivi e tutto ciò che sta dietro la tazzina del caffè. L’ultimo aumento di dieci centesimi risale a una decina di anni fa. Per ora il costo della tazzina al banco da noi è di 1,20, in questi giorni vedremo se aumentare». Il gestore del Pierrot è un po’ una voce fuori dal coro.
Giovanni Ziglioli e Mara Bona del Bar Trekki non hanno dubbi: «Malgrado il rincaro dell’energia e delle spese vive, ma anche in parte del caffè, manterremo il prezzo di 1,10 alla tazzina. Il periodo non è facile per nessuno, l’incremento a 1,50 potrebbe far sì che molti abbandonino il rito del caffè al bar».
«In una situazione come questa, aumentare il prezzo del caffè è una sorta di suicidio — afferma Nicoletta Silvani del Lord Caffè —. Io faccio pagare la tazzina a 1,50 seduti al tavolino. Per ora non penso di aumentare».
Dello stesso avviso è Irene Gavioli del Bar SuperMoka di corso Campi: «Da me il caffè è a 1,10 euro, qui intorno c’è chi ha aumentato a 1,20. Io non penso ad alcun aumento, non è proprio il periodo. Per ora ci sto dentro». Alessandro Bulgari del Number One commenta: «No, non credo conveniente passare a 1,50 la tazzina — afferma —. Magari arriverò a 1,20 ma non di più, per quanto materia prima e costi fissi del locale siano aumentati».
Mentre Stefano Madoglio del Bar Dolomiti considera: «Aumentare il costo del caffè al bar vorrebbe dire aumentare tutti gli altri prodotti, come cappuccino e latte macchiato. Non è questo il periodo per farlo».
«Un euro e cinquanta a tazzina? No, non arriveremo mai a questo punto; ma devo ammettere che l’ipotesi di un aumento, a seconda delle bollette che mi saranno presentate, potrei prenderla in considerazione. Già il costo del caffè non lavorato, ancor prima dell’impennata dei prezzi di gestione, era cresciuto per noi di almeno un euro; ma fino ad adesso sono riuscito a tenere un prezzo fisso sull'euro e dieci a tazzina». Questa la reazione di Simion Trif, titolare dello storico Boston Caffè, il bar più centrale e antico di Soncino.
Per Roberto Sirotti, titolare del Ciu Ciu Bar di piazza Garibaldi a Sesto, portare il prezzo della tazzina a 1 euro e 50 è un aumento esagerato: «Che vogliano ritoccare il costo del caffè – afferma l’esercente – l’ho saputo qualche giorno fa dai miei clienti, perché come al solito dalla mia associazione di categoria non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale; secondo me, però, 40 centesimi in più da un giorno all’altro sono tutt’altro che un ritocco: è un rincaro eccessivo che non mi trova assolutamente d’accordo».
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