L'ANALISI
06 Gennaio 2022 - 05:20
CREMONA - La carenza di camici bianchi tra le fila dei medici di Medicina generale sta toccando il suo apice: a cavallo dell’anno, il numero di professionisti che ha lasciato l’incarico per sopraggiunti limiti di età, o per altre ragioni, è esploso insieme all’emergenza che si sta trascinando da anni. Cartina tornasole della situazione è il bando pubblicato da Ats Val Padana per cercare di reclutare nuovi medici di famiglia: 127 i posti disponibili tra Cremona (62) e Mantova (65), solo 26 coperti. L’emorragia è iniziata ben prima che la pandemia arrivasse a mettere in luce la profonda criticità vissuta dal territorio. Nel 2021 la situazione è ulteriormente peggiorata e il trend si conferma drammatico: secondo i dati forniti da Ats, durante l’anno appena passato si sono registrate 41 cessazioni in provincia di Mantova e 25 in quella di Cremona. I «mmg» ad oggi in organico sono 209 per la provincia di Mantova e 184 per la provincia di Cremona.
Nel 2022 le cessazioni già ufficializzate sono 15 per la provincia di Mantova e 11 per la provincia di Cremona. Le ragioni? Molteplici, come ha spiegato più volte il dottor Gianmario Brunelli, direttore del Dipartimento Cure Primarie di Ats Val Padana, che da anni segue la vertiginosa caduta libera del numero di medici: «La prima ragione è l’accesso contingentato alla facoltà di Medicina. Chi sceglie di operare come mmg, per poter intraprendere l’attività deve frequentare un corso triennale, anch’esso contingentato e con una disponibilità di posti significativamente inferiore alla necessità di assicurare un ricambio generazionale».
La carenza di medici riguarda anche altre figure di Assistenza Primaria, tra le quali i Medici di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica); al riguardo, l’Ats ha messo a bando un fabbisogno di 2.825 ore (1.817 per la provincia di Mantova e 1.008 per quella di Cremona), non ricevendo però alcuna adesione. «Per fare fronte al problema – spiega Ats – si sono messe in atto numerose azioni per garantire la continuità assistenziale sul territorio: lo scorrimento continuo delle graduatorie, l’incessante ricerca di medici disponibili a coprire gli incarichi provvisori, l’innalzamento del massimale degli assistiti in carico a ciascun medico disponibile (a 1.750 e anche oltre, quando di norma è 1500)».
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