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CORONAVIRUS: I NODI

Bertoletti: «Sì, il vaccino è uno scudo. Ora non fermiamo il Paese»

Lo scienziato cremonese: «Rivedere la gestione della situazione, che sta sfuggendo di mano. E la foga di fare tamponi a tutto spiano, mi sembra eccessiva»

Lucilla Granata

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redazione@laprovinciacr.it

28 Dicembre 2021 - 08:51

Bertoletti: «Sì, il vaccino è uno scudo. Ora non fermiamo il Paese»

Il cremonese Antonio Bertoletti è direttore della Duke-Nus Medical School di Singapore

CREMONA - Picco di contagi, numeri schizzati alle stelle, caos tamponi e provvedimenti che cambiano rincorrendo una

Bassetti: la quarantena andrebbe riservata solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti, se sono in salute

situazione in continua evoluzione. Si deve richiudere? No, ma forse un po’ anche si e poi a chi? Solo ai non vaccinati sul modello austro-tedesco? Sono giorni difficili tra la recrudescenza del virus con il numero di positivi in aumento esponenziale e la necessità di gestire le cose senza perdere e far perdere la testa. Nel frattempo aumentano anche le code nelle farmacie per fare tamponi sempre più difficili da trovare e da processare con un sistema che dovrà a questo punto essere necessariamente rivisto per non collassare e tornare ad essere funzionale. In questo contesto uno degli infettivologi più noti a livello nazionale, Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, ha lanciato una forte provocazione: «ll Natale 2021 è completamente diverso dal Natale 2020», ha spiegato, «non possiamo continuare a mettere in atto le stesse misure di un anno fa, quando nessuno era vaccinato. Stiamo correndo dietro al virus, rischiamo di farci fregare un’altra volta. La quarantena andrebbe riservata solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti, se sono in salute. Per non parlare dell’isteria da tamponi: i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi. Pensiamo all’influenza», conclude Bassetti , riferendosi ai vaccinati: «chi è malato sta a casa, ma i suoi familiari, se asintomatici, conducono una vita normale. Dovremmo cominciare a ragionare in questi termini».

BERTOLETTI: IL VACCINO PROTEGGE

Affermazioni decise che invitano ad una riflessione riguardo al comportamento da tenere nei confronti di chi è protetto da

Bertoletti: il virus è endemico. C’è e resterà. Può non piacere l’idea ma è così e dovremo conviverci

vaccino. E che trova pienamente concorde anche lo scienziato cremonese Antonio Bertoletti direttore della Duke-Nus Medical School di Singapore e specializzato nello studio delle malattie infettive. «Partiamo da un presupposto che è sbagliato e che genera da subito caos. Sta passando infatti il messaggio che il vaccino protegge per 2-3 mesi e poi basta», spiega Bertoletti. «Questa è una vera e propria fesseria. Il vaccino protegge dalla malattia con grande efficacia e lo si evince facilmente dalla enorme differenza che oggi riscontriamo tra infezioni e ricoveri. Tutti guardano solo alla presenza di anticorpi nel sangue che chiaramente calano nello spazio di 2-3 mesi dopo i boost. È fisiologico. Ma non è quello che incide sulla forza del vaccino e che va chiarito. Gli anticorpi calano, ma le cellule memoria B e T ci mantengono ben protetti dalla malattia in forma grave e anche moderata. Dobbiamo fare una considerazione: il virus è endemico. C’è e resterà. Può non piacere l’idea ma è così e dovremo conviverci. Anche questa ‘tamponite’ come chiamo io la foga di fare tamponi a tutto spiano, mi sembra eccessiva. Sono perfettamente d’accordo con Bassetti. Se vai a trovare la bisnonna di 95 anni o un amico immunodepresso ci sta l’idea di fare un tampone per massima sicurezza. Ma altrimenti ha poco senso. Quello che si dovrebbe fare, tutti, è credere nella capacità della vaccinazione di proteggerci e proteggere altri dalla malattia. Un presupposto fondamentale da cui partire per ripensare un po’ tutta la gestione della situazione, che sta decisamente sfuggendo di mano».

IL BICCHIERE MEZZO PIENO

Esattamente come prevede Bassetti, che stante così le cose descrive questo scenario: «100 mila nuovi contagi al giorno, decine di persone isolate in quanto «contatti» e come risultato: milioni di italiani chiusi in casa, in quarantena o domicilio preventivo e Paese bloccato entro la fine di gennaio 2022». Un quadro a dir poco allarmante. È chiaro dunque che si debba cambiare qualcosa perchè tutto ciò non si verifichi. Il bicchiere mezzo pieno è dato dal confronto tra oggi e lo stesso periodo un anno fa. I casi gravi sono nettamente inferiori e il vaccino si sta dimostrando la vera soluzione, avendo declassato la malattia per lo più a lieve influenza. 

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