L'ANALISI
06 Dicembre 2021 - 09:11
CREMONA - «L’aggressione di un arbitro di calcio è un fatto grave, davvero assurdo. E lo è ancor più se avviene per una partita di un campionato amatoriale». Le parole sono di Fabio Pedroni, vicepresidente del Csi di Cremona e responsabile della Commissione calcio. L’antefatto sabato pomeriggio scorso, sul campo sportivo di Cavatigozzi, durante la gara tra Cava Digidue e Rcc 2020, squadre che militano nel campionato di Premier Ship: l’arbitro annulla un gol alla squadra locale, scatenando le proteste dei locali e il tecnico di casa, entrato in campo, viene espulso. A questo punto i giocatori della Cava circondano il direttore di gara «e da qui — prosegue il dirigente dell’ente di promozione sportiva visibilmente amareggiato — la cosa è degenerata perché un atleta locale ha dato una manata sulla nuca all’arbitro che, temendo per la propria incolumità fisica, ha sospeso la gara. È rientrato negli spogliatoi e purtroppo quando poi è uscito dall’impianto sportivo, aiutato da un dirigente ospite, un pubblico ufficiale in borghese, per andare a casa si è ritrovato di fronte ancora un tesserato locale, che gli ha dato una testata. Questa ricostruzione mi è stata fatta proprio dall’arbitro che, vi posso assicurare, è sotto shock con un bernoccolo sulla fronte. Gli abbiamo consigliato di andare al Pronto soccorso, ma non se l’è sentita, perché sconvolto per il fatto. È molto spaventato e lo posso capire: non si può arrivare a questa violenza».
Si attendono ora le sanzioni sportive dopo le decisione del giudice sportivo, che dovrà valutare quanto scritto dall’arbitro sul referto di gara. «Squalifiche a parte, che arriveranno per i tesserati — conclude Pedroni — il fatto in sé è deplorevole. In campo si deve andare per divertirsi e una decisione dell’arbitro non può scatenare queste reazioni. Parlando in generale un attaccante sbaglia il gol, il portiere commette papera e anche l’arbitro può sbagliare una valutazione. Alla base però, senza arbitri, non si può giocare... Pensate ora con che spirito i nostri arbitri andranno dirigere le gare della Cava, in un contesto poi dove di direttori di gara se ne trovano sempre meno. I dirigenti devono collaborare e in questi casi devono tutelare il direttore di gara. Ci dovrebbe anche essere l’addetto all’arbitro, che in questo caso mi sembra di capire sia mancato».
Dalla Cava Digidue arriva la condanna per la reazione spropositata sul campo del proprio giocatore «però non siamo stati testimoni di quello che è successo fuori dagli spogliatoi — spiegano dalla società —. Il giocatore in campo ha sbagliato, ma noi poi abbiamo cercato di dare assistenza all’arbitro, che però dopo la doccia è voluto andarsene verso casa senza di noi. Teniamo a sottolineare che da noi non era mai accaduto un fatto simile. E non ci aspettavamo la decisione di sospendere la gara, perché il giocatore una volta espulso avrebbe lasciato il campo e noi saremmo tornati a giocare normalmente».
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