L'ANALISI
04 Dicembre 2021 - 07:55
CREMONA - Stava chiacchierando con un’amica davanti alla vetrina di un negozio nel cuore della città, alle cinque del pomeriggio, quando, all’improvviso, un uomo le ha sferrato un violentissimo pugno in pieno viso, gettandola a terra. L’aggressore si è poi allontanato con calma, come se nulla fosse successo. Risultato un labbro tagliato, un occhio nero, il volto tumefatto e una prognosi di quattro giorni stilata dai medici del pronto soccorso dove, sanguinante e sotto shock, si è subito recata. «Ma quello che fa più male — racconta la donna aggredita, un’ insegnante, ancora frastornata, impaurita e incredula — è la consapevolezza di come certe persone possano restare impunite. E questo soggetto lo è, impunito. Non è la prima volta che agisce, le forze dell’ordine conoscono la situazione e conoscono lui. Ma sembra non possano fare nulla».
Formalizzata la denuncia ai carabinieri, alla malcapitata non è rimasto altro che tornare a casa a curarsi le ferite fisiche ed emotive. «Se ci ripenso a distanza di 24 ore — racconta — non riesco ancora a capire come sia potuto succedere. Mi sento come se un tir mi avesse investito e scaraventato chissà dove o un ciclone improvvisamente risucchiato. Non l’ho visto arrivare, ho soltanto percepito una presenza. Poi il buio assoluto. Ora ho paura di incontrarlo di nuovo, anche se non so chi sia e non l’ho visto in faccia. Ma ora ho paura»
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