CALCIO
15 Novembre 2021 - 05:10
Giordano Stagnati (a destra) col suo avvocato Massimiliano Cortellazzi
CREMONA - Era una delle passeggere del Regionale Brescia-Cremona che il 23 settembre del 2017 Giordano Stagnati, all’epoca capotreno, riprese per non aver pagato il biglietto. E lei, a sua a volta, lo riprese. Con il telefonino, però, filmando l’aggressione subita dal dipendente di Trenord da parte di un senegalese e pubblicando il video su Facebook, «infiocchettato» di commenti violenti.
DIFFAMAZIONE SOCIAL. Diffamazione social, per il giudice, che ora ha condannato Jainina, 22 anni, a 800 euro di multa (pena pecuniaria) e a risarcire intanto con una provvisionale di 500 euro Stagnati, parte civile con l’avvocato Massimiliano Cortellazzi.
LE FRASI DIFFAMATORIE. Le frasi diffamatorie riversate nelle otto righe di capo di imputazione, costate la condanna in primo grado della giovane passeggera, sono le seguenti: «Come potete notare tutti, la pazzia isterica del controllore seduto per terra che urla da solo»; «ho il fumo che mi esce dalle orecchie, questi malati hanno pubblicato tutto a favore di quel malato psicopatico da rinchiudere»; «il capotreno? Puoi dirlo forte, lurido pezzente».
E c’è l’aggravante di aver commesso il fatto a mezzo di pubblicità. La condanna, seppur lieve nell’entità, «indica, una volta di più, come Facebook non sia una terra di nessuno dove è consentito diffamare impunemente la gente», ha commentato l’avvocato di parte civile Cortellazzi.
Il processo è una costola del caso Stagnati, l’ex capotreno di Cremona che quel 23 settembre, un sabato, sul vagone fu spinto a terra da Moussa Diatta, il senegalese beccato senza biglietto e al quale stava facendo pagare il supplemento. Volarono insulti, spintoni e un morso. Quello che Stagnati diede sul braccio dello straniero per difendere palmare e pos, i beni aziendali che Diatta gli strappò di mano. Glieli troveranno nello zainetto i carabinieri di Bagnolo Mella, dove lo straniero fu arrestato inizialmente per rapina. Lo straniero è stato poi condannato a tre mesi di reclusione (pena sospesa) per lesioni ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni (condanna confermata in appello) e a risarcire con 750 euro Stagnati, parte civile con l’avvocato Cortellazzi.
Durante l’aggressione, al capo treno scapparono una offesa razzista e una bestemmia. «Non me ne sono accorto», disse allora. Offesa e bestemmia gli costarono il licenziamento per giusta causa. Ma davanti al giudice del lavoro, l’ex capotreno, cresciuto con la passione per i treni, e Trenord trovarono un accordo: non più licenziamento, ma risoluzione consensuale del contratto.
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