L'ANALISI
04 Novembre 2021 - 21:24
Stefano Cerullo. Accanto i tantissimi tifosi che hanno preso parte al funerale
CREMA - Un funerale da ultrà. Perché il calcio e la curva sono stati una parte importante della sua vita. E i suoi compagni di tante avventure non lo hanno dimenticato. Non potevano. Anche durante la malattia gli sono stati vicino, con striscioni di incoraggiamento in tanti stadi d’Itala. Tra le duemila persone che oggi hanno dato l'ultimo saluto a Stefano Cerullo, morto martedì a soli 38 anni dopo una lunga lotta contro quel male che non perdona, c'erano anche alcune centinaia di ultras dell'Atalanta e della Pergolettese, le sue squadre del cuore. Sono stati loro a portare in spalla la bara, ad accendere decine di fumogeni all'uscita del feretro dalla chiesa di San Carlo, troppo piccola per contenere tutte le persone presenti, e ad intonare cori. Gli ultimi, per Stefano.
IL RITO FUNEBRE. A celebrare il rito funebre sono stati don Francesco Ruini e il parroco storico di San Carlo, don Luciano Cappelli, con il quale Stefano è cresciuto, insieme ai giovani del quartiere. E proprio a San Carlo era nato l’amore per il calcio. Prima per la Fidelis, poi per il Videoton, del quale era stato dirigente. Una grande passione che lo aveva portato dove il calcio si vive veramente: in curva. Al Voltini e al Gewiss Stadium.
Per Stefano, gli ultras bergamaschi e cannibali hanno steso striscioni. «Da sempre al fianco di questa curva – recitava quello dei sostenitori del Pergo – per sempre porteremo alto il tuo nome. Nel tuo ricordo, Stefano, la tua Crema ti rende onore».
Gli ultras atalantini hanno invece esposto lo striscione che campeggiava nella Curva Pisani martedì nella gara di Champions League contro il Manchester United: «A volte sorridi, a volte è dura. Per sempre Stefano, per sempre ultrà».
Immensa la manifestazione di affetto dei tanti che hanno conosciuto Stefano.
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