CALCIO
05 Settembre 2021 - 21:00
CREMONA - Tra i tavoli di ristoranti e osterie il temuto effetto deterrente del Green pass non si è fatto sentire. Almeno per il momento. A un mese dall’introduzione della certificazione verde, affluenza e incassi si confermano in linea con le aspettative dei ristoratori. Specialmente di quelli che dispongono di un dehors: se gli spazi all’aperto sono il salvagente della stagione estiva, l’ingresso nel periodo autunnale rappresenterà il banco di prova per misurare il potenziale dissuasivo del «lasciapassare». Che riserva l’accesso nei locali al chiuso ai vaccinati, ai guariti dal Covid-19 e a chi abbia effettuato un tampone con esito negativo nell’arco delle 48 ore precedenti.
«Ad oggi non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema legato al Green pass — afferma Andrea Fontana, patron della Trattoria Il Gabbiano di Corte de’ Cortesi —. Va detto che Cremona è una provincia virtuosa per percentuale di vaccinati: ancora una volta i cremonesi si stanno dimostrando responsabili e ligi alle regole. E personalmente non ho registrato cali nel numero medio dei coperti».
Per Luca Babbini, titolare de Il Violino, ristorante a un passo dalla Cattedrale di Cremona, non è ancora tempo di bilanci: «È difficile valutare l’impatto del Green pass in questa fase inevitabilmente anomala. Posso dire che la nostra clientela si è fin qui dimostrata rigorosa e che nessuno ha avanzato lamentele. La prospettiva sull’autunno? Qualsiasi previsione sarebbe superflua. Mi limito a rilevare che il numero dei vaccinati è in costante aumento: anche i turisti che stiamo accogliendo in queste settimane da Francia, Spagna, Svizzera e Germania sono tutti muniti del pass».
Antonio Statella dell’Osteria Pane e Salame, alle spalle del Duomo cittadino, si dice soddisfatto dell’andamento stagionale: «Contraccolpi? No, nessuno. Ma con l’arrivo dei primi freddi temo una flessione di presenze e di fatturato. Spero che da qui a ottobre la quota dei vaccinati possa crescere ulteriormente».
«Sarà possibile valutare l’eventuale calo di clientela soltanto a partire dalle prossime settimane. Mi auguro, però, che il Green pass decada presto, anche perché è in aperta contraddizione con la normativa europea: è il pensiero di Lina Grazioli, co-titolare della Trattoria di piazza Giovanni XXIII, a Cremona.
Anche Sergio Brambini dell’Hostaria San Carlo di Moscazzano teme il ritorno al chiuso: «Qualcuno potrebbe essere disincentivato — riflette —. Il Green pass rappresenta comunque una fonte di insofferenza, in un momento in cui c’è sete di libertà. Spero che il certificato verde possa essere ritirato: l’esempio della Danimarca, che ha detto stop alle restrizioni, infonde fiducia».
«Abbiamo riaperto solo pochi giorni fa, ma stiamo lavorando a un buon ritmo, anche se il Green pass genera qualche incertezza nel 10 per cento dei clienti — dice Omar Bertoletti della Trattoria dell’Alba a Piadena —. Attendiamo i primi freddi per verificare le eventuali ricadute».
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