L'ANALISI
04 Settembre 2021 - 18:20
CREMONA - La corsa ai tamponi antigenici intasa le farmacie. E ora per riuscire a prenotare un test rapido occorre aspettare fino a una settimana. Effetto collaterale della normativa sul Green pass, che rende disponibile il «lasciapassare» per 48 ore a chiunque effettui un tampone con esito negativo. Se le lunghe file riscontrate negli ultimi giorni agli ingressi dei presidi farmaceutici offrono la misura di una domanda in progressiva crescita, è la protesta pubblica di una mamma cremonese a restituire con precisione la dimensione dei tempi d’attesa: «Mia figlia ha avuto la febbre — racconta — ed io, prima del rientro a scuola, non ho esitato a rivolgermi ad una farmacia per richiedere il test antigenico. La risposta? Il primo posto libero è fra quattro giorni. Ho provato a contattare anche altre strutture: qualcuno mi ha addirittura proposto un appuntamento per la giornata di giovedì». Esattamente sei giorni dopo.
«Incredibile: non si trova posto nemmeno a pagamento — prosegue la mamma —. Tutto questo perché i no vax per poter vivere la loro vita devono tamponarsi spesso e volentieri». Nella frustrazione, così, prende forma una proposta che vuole essere più di una semplice provocazione: «Noi genitori vaccinati dovremmo avere la priorità rispetto a un no vax di fare un tampone per noi stessi o per i nostri bimbi. Avanti di questo passo le famiglie saranno costrette a tenere a casa i figli per una manciata di giorni ad ogni febbre solo perché chi rifiuta il vaccino intasa farmacie e punti tamponi. A questo punto mi chiedo: chi è a ledere la libertà altrui?». E la situazione potrebbe farsi presto ancor più complicata, dato che il governo sta pensando ad un’estensione dell’uso obbligatorio del Green pass: a ristoranti, stadi, concerti, musei e treni a lunga percorrenza si aggiungeranno altre fattispecie. Senza dimenticare il fronte torrido della scuola. Perché sono tanti i dipendenti del mondo dell’istruzione che si affidano in loop ai test antigenici: «Un problema da non sottovalutare — conferma il dottor Guglielmo Ziliotti, titolare della farmacia di porta Venezia —. Il sovraccarico di questi ultimi giorni è dovuto in buona parte proprio all’impennata di richieste da parte del personale scolastico».
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