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Cottarelli: "Pnrr ok, ora le riforme: bisogna semplificare il Paese"

L'ex direttore del Fmi ospite alla Festa del Pd: "L'economia cresca a un ritmo del 2% annuo e non allo zero virgola"

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

31 Agosto 2021 - 06:10

Cottarelli: "Pnrr ok, ora le riforme: bisogna semplificare il Paese"

CREMA - Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato al centro del dibattito di ieri sera alla festa Centrale cremasca del Pd. Ospite l’economista Carlo Cottarelli, già direttore del Fondo monetario internazionale. Con lui, introdotti da Vittore Soldo, segretario provinciale del partito, sono intervenuti Irene Tinagli, vicesegretario nazionale del Pd e europarlamentare e Vinicio Peluffo, segretario regionale dei democratici. «Il Pnrr è un aiuto importante – ha esordito Cottarelli – ma adesso vanno fatte le riforme in modo che l’economia cresca ad un ritmo del 2 per cento annuo e non allo zero virgola, come avvenuto negli ultimi decenni. Le risorse adesso ci sono, garantite dall’Unione europea, ma dobbiamo fare in modo di essere indipendenti in futuro se, poniamo tra 10 anni, dovesse ripresentarsi una crisi economica come quella causata dal Covid 19».


Nella seconda parte del dibattito, Cottarelli è tornato sul tema delle riforme più urgenti. «Il punto di partenza è negativo: i 20 anni prima del Covid 19 sono stati i peggiori economicamente dal 1861, il reddito pro capite dell’italiano medio nel 2019 era uguale a fine 20esimo secolo. Come crescita economica eravamo al 170esimo posto su 180 paesi di cui l’Fmi raccoglie dati. Le conseguenze sono state 250 mila giovani che hanno lasciato l’Italia e l’aumento della povertà. Avere una crescita è l’obiettivo del Pnrr, e lo si può fare solo aumentando la produttività dei lavoratori, a fronte di una crescita demografica ferma. Ciò dipende da tecnologie migliori, dunque investimenti fisici, a cui aggiungere quelli in capitale umano, intellettuali. A livello pubblico parliamo di infrastrutture, comprese quelle digitali. Per questo servono la semplificazioni e la riforma della pubblica amministrazione, così da evitare che ci siano ostacoli auto imposti che impediscono di spendere. Me lo ripetono continuamente gli amministratori locali. Bisogna semplificare il Paese. Per quanto riguarda gli investimenti privati, le riforme necessarie sono quelle per favorire l’impegno economico di imprenditori in Italia. Primo ostacolo da superare il livello di tassazione: non è facile riformare questa parte del sistema, perché bisogna trovare risorse permanenti in sostituzione dei mancati introiti. Poi va eliminato l’eccesso di burocrazia. Infine non è accettabile l’attuale lentezza della giustizia, 7 anni e 4 mesi per una causa civile al terzo grado di giudizio. Evidente che l’imprenditore sia disincentivato».

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