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LA POLEMICA

Canale: "Io discriminato". È scontro con Carletti

Scintille all'interno del Pd: l’ordine del giorno presentato a maggio dlitta per la terza volta

La Provincia Redazione

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09 Luglio 2021 - 22:25

Canale: "Io discriminato".  È scontro con Carletti

CREMONA - Riesplode la mai sopita polemica, tutta interna al Pd, che fin dai giorni dell’elezione del presidente del Consiglio comunale contrappone il consigliere Santo Canale al leader dell’assemblea Paolo Carletti. Questa volta, la polemica di Canale nasce dall’assenza dall’ordine di trattazione del prossimo consiglio comunale del 12 luglio, per la terza volta di fila, dell’ordine del giorno presentato l’11 maggio da Canale insieme a Livia Bencivenga, che chiede un regolamento per consentire la presenza da remoto, anche dopo l’emergenza Covid, per i consiglieri che abbiano comprovate esigenze, in particolar modo di salute. «Ora basta. Fin dal deposito del nostro ordine del giorno — attacca Canale — l’atteggiamento di Carletti è stato irrispettoso e per niente consono al ruolo da lui ricoperto. Passi lo scherno e la presa in giro, passi l’ironia sul voler spostare la sede del Consiglio fuori dalla Sala Quadri, quando lo stesso presidente ha avanzato nel corso dell’anno simili proposte dovute semplicemente ad esigenze mediatiche».

 

«E passi la superficialità iniziale nel trattare la questione. Ma non mi sento di tollerare in alcun modo un atteggiamento che altro non può essere definito se non discriminatorio. Il presidente del Consiglio deve tutelare le prerogative dei consiglieri comunali e garantire l’esercizio effettivo delle loro funzioni, tra queste il dovere di raccogliere le esigenze e porne istanza nelle sedi appropriate, come in questo caso è stato fatto. Il presidente deve mantenere un atteggiamento imparziale nei confronti di tutti i consiglieri, inutile dire che sta dimostrando di non esserne in grado. Se la proposta di un regolamento per lo svolgimento in modalità telematica fosse stata avanzata da un altro consigliere, il trattamento sarebbe stato senza dubbio diverso. Ciò che mi spinge a pensarlo è anzitutto il fatto che, nonostante il passaggio in zona bianca e la possibilità di tornare in presenza, Carletti stia continuando a sfruttare la modalità da remoto. Quindi è evidente che ne riconosca l’utilità. Eppure, continua ad ostacolarne la trattazione in Consiglio. L’ordine di trattazione dei vari punti va stabilito equamente, secondo criteri oggettivi e non basandosi su mere questioni personali. Stiamo parlando di un ordine del giorno nato dalla volontà di garantire la massima partecipazione alle sedute anche in caso di svolgimento in forma mista, di un procedimento auspicato dall’Anci, giudicato favorevolmente dalla maggioranza e ostacolato dal solo presidente del Consiglio. Un atteggiamento simile è inaccettabile e non intendo sorvolare. Non più».


«Il presidente del Consiglio — replica di Carletti — non vota durante l’Ufficio di presidenza. Dunque le lamentele di Canale vanno rivolte ai capigruppo di maggioranza e minoranza che finora non hanno voluto inserire nell’ordine di trattazione un regolamento sul quale peraltro ho chiesto un parere al Ministero dell’Interno sulla sua tenuta normativa».

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