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SPINO D'ADDA

«Il rischio del rave c’è ancora»

E i sentieri restano bloccati. Il vicesindaco Galbiati: «Gli agenti della Polizia locale impegnati nei controlli lungo le rive dell’Adda»

Cristiano Mariani

Email:

cmariani@laprovinciacr.it

06 Luglio 2021 - 06:10

«Il rischio del rave c’è ancora»

I carabinieri a Spino d’Adda sabato sera

SPINO D'ADDA - I blocchi di cemento, lungo le strade sterrate che portano alle rive dell’Adda, restano. Così come non è rientrato l’ordine, impartito ai quattro agenti in forza alla Polizia locale del paese, affinché sorveglino gli argini del fiume più volte al giorno. E il perché è presto spiegato: il rischio del rave party, sebbene ridotto, non è svanito. Sabato, del resto, grazie alla segnalazione di alcuni agricoltori è stato sventato quello che aveva tutta l’aria d’essere un sopralluogo.

«Ma polizia e carabinieri — rivela il vicesindaco di Spino d’Adda Enzo Galbiati — ancor prima d’intervenire qui da noi, avevano sentore che fosse in corso la ricerca di un’area per un raduno clandestino. E normalmente, la verifica sul campo precede di una settimana l’arrivo vero e proprio dei partecipanti. Mi è stato spiegato che, solitamente, i rave iniziano la notte del venerdì o quella del sabato, quindi l’allerta deve restare ancora alta».

Anche perché, in paese, il precedente risale solo all’estate scorsa e tra l’altro giusto nel medesimo tratto di campagna a ridosso del fiume. Allora — erano i giorni a cavallo del Ferragosto — calarono in mille e cinquecento da ogni angolo dello Stivale, ma pure da Olanda e Germania, rispondendo a un tam tam scandito dai messaggi on line. E in un appezzamento coltivato ad erba allestirono il rave, che ha tenuto impegnate decine di pattuglie nel cordone di sicurezza, creato attorno all’area. Camper e tende: i partecipanti, nella pressoché totalità giovani, si presentarono più che attrezzati per trascorrere lì l’intero fine settimana. E ben organizzate erano pure le menti del party non autorizzato, tenuto su una proprietà privata: scaricarono generatori e casse da un furgone, per amplificare la musica, mantenuta a tutto volume, sebbene avvertibile solo dalle zone più periferiche di Spino e dalle cascine sparse. E all’indomani della festa abusiva, nelle campagne rimase una vera e propria distesa di immondizia. Senza contare il rischio di contagio da Covid, in un periodo in cui i vaccini, all’epoca solo in fase di studio, erano ancora lontani dal rappresentare un argine.

Sabato, ad essere notata è stata la presenza di un gruppo di forestieri, le cui auto (una con targa francese) stavano percorrendo i sentieri ora inaccessibili grazie agli ostacoli in cemento, collocati appositamente. «Io stesso — ha assicurato Galbiati nella mattinata di ieri — verifico la situazione in vari orari... In modo da stare tranquilli».

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