L'ANALISI
29 Giugno 2021 - 06:20
CREMONA - Ieri mattina, in videoconferenza, si è tenuta una riunione urgente convocata dalla prefettura di Lodi in seguito al rave party di sabato e domenica in località ex cava Geroletta. Erano presenti le forze dell’ordine e per il Comune di Maleo il vicesindaco Alessandro Canevari. Al centro del summit, anche uno scambio di informazioni e idee per fare in modo di evitare, in futuro, episodi simili. «Un’ottima iniziativa – commenta il sindaco di Maleo, Dante Sguazzi – anche se ritengo quasi impossibile prevedere quando e dove vengano organizzati simili ritrovi: noi non abbiamo avuto alcun segnale. Sia perché gli organizzatori contano su gruppi e canali chiusi, sia perché le fasi organizzative sono rapide e sfruttano il tam tam dei social».
Come già riferito i carabinieri della compagnia di Codogno hanno identificato e denunciato dieci persone considerate a vario titolo fra i promotori dell’evento: l’ipotesi di reato, per loro, è occupazione abusiva di terreni aggravata. Sono stati identificati tra gli ultimi rimasti, che stavano smantellando il sound sistem. Per tutti gli altri partecipanti, cremonesi compresi, scatteranno probabilmente provvedimenti secondari come l’allontanamento dal territorio di Maleo.
Intanto il day after per la cittadina lodigiana ha significato soprattutto la necessità di rimuovere rifiuti nelle campagne, lungo le strade e nel centro abitato: «Sacchi e sacchi di immondizia – dice ancora il sindaco Sguazzi – sono stati raccolti dai nostri addetti (35 quelli ritrovati in cava, ndr). Non ci sono stati grossi danni, a parte quelli al cancello dell’accesso alla cava, e i contatti fra i gruppi di ragazzi e i cittadini sono stati scarsi. Solo nel pomeriggio di domenica, mentre a piedi si stavano recando in stazione, hanno suonato qualche campanello alla ricerca di acqua e cibo».
La maggior parte dei giovanissimi partecipanti – in arrivo da tutto il Nord Italia ma qualcuno anche dalla Francia, tramite le stazioni fs di Codogno e Ponte Adda (Pizzighettone) – non ha mai indossato la mascherina. Da qui l’allarme scattato in paese, visto il maxi assembramento e considerato il fatto che a Maleo da alcuni giorni è stato rilevato un focolaio di variante Delta. «Per quanto riguarda il focolaio però – conclude il primo cittadino – i numeri attualmente sono stabili: 11 casi (per tre è stato possibile accertare la mutazione indiana, ndr) tutti riconducibili a due nuclei famigliari. Purtroppo due persone anziane contagiate sono state ricoverate in ospedale per polmonite bilaterale».
Nel frattempo diversi politici lombardi sono intervenuti per stigmatizzare il rave abusivo. Oltre all’assessore regionale Pietro Foroni, che vive proprio a Maleo e che ha subito invocato norme nazionali più rigide, interviene il collega che ha la delega alla Sicurezza, Riccardo De Corato: sostiene che i giovani dovevano essere fermati subito perché «non è concepibile permettere in tempi di Covid un assembramento di questa portata per di più composto da convinti no mask alterati dall’alcol e dalle sostanze».
E anche gli imprenditori del settore discoteche, come il cremonese Luciano Zanchi che è presidente nazionale di Assointrattenimento, sottolineano il controsenso: discoteche chiuse e pericoloso abusivismo ovunque. Proprio Zanchi nei giorni scorsi aveva infatti sottolineato che «su tutto il territorio nazionale riscontriamo manifestazioni in luoghi anche non convenzionali, a scapito di sicurezza, igiene e prevenzione». Da qui, la richiesta di maggiori controlli anche a tutela di chi fa intrattenimento rispettando le regole.
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