L'ANALISI
28 Giugno 2021 - 07:00
Il pronto soccorso dell'ospedale di Crema
CREMA - Siamo solo all’inizio dell’estate, ma il pronto soccorso è già sotto pressione. Una media di 190 casi al giorno – solo sabato ha fatto eccezione con 146 accessi – registrati nell’ultima settimana che testimoniano la crescente
pressione che mette a dura prova il personale medico, infermieristico e ausiliario. Il problema è atavico: troppa gente si reca al padiglione di emergenza per motivi non certo urgenti, che potrebbero essere tranquillamente trattati dal medico di base, previo appuntamento. Ma si sa che aspettare, specialmente quando si tratta di salute, non piace a nessuno. Per la propria tranquillità e per quella dei familiari, meglio salire in macchina e presentarsi al pronto soccorso, anche a costo di attendere quattro o cinque ore per una visita. Nel reparto guidato dal primario Giovanni Viganò sono anni che fanno buon viso a cattivo gioco. Non possono certo mandare via la gente, ma visto l’andamento di questi primi giorni d’estate, possono almeno fare un accorato appello al senso di responsabilità di ogni cremasco.
«La raccomandazione che ci sentiamo di rivolgere ai cittadini è quella di ricorrere al padiglione d’emergenza solo se si presente una necessità urgente – spiega il direttore sanitario dell’Asst Roberto Sfogliarini –: negli altri casi bisogna far riferimento al proprio medico di base, previo appuntamento». Le cose erano cambiate solo durante il primo lockdown e in parte con la seconda e terza ondata della pandemia. La paura del contagio – peraltro infondata essendo le zone Covid fre separate da quelle per i positivi – ha fatto da deterrente, con gli accessi medi giornalieri scesi di decine di unità. Da maggio e poi sempre di più nelle ultime settimane, il progressivo miglioramento della situazione ha riportato il pronto soccorso a ritornare velocemente su numeri pre pandemia.
Ci sono però due differenze rispetto al passato. Una in positivo, rappresentata dalla nuova ala di cui è stato dotato il padiglione. Aperta nei mesi scorsi ha permesso di ampliare la sala d’attesa e di garantire ulteriori spazi per le visite. In negativo, invece, c’è l’obbligo di tamponare ogni persona che accede per essere visitata. Ciò incrementa il lavoro in carico al personale e allunga i tempi di attesa. Nelle giornate di forte pressione, le attese per i codici bianchi, ovvero chi non presenta alcun problema serio, e per quelli verdi, i casi lievi, possono raggiungere le quattro-cinque ore. Sull’affollamento del pronto soccorso, incide sicuramente anche l’aumento degli scompensi, dovuti al caldo afoso, nei pazienti cronici. Persone che non possono recarsi autonomamente dal medico di base e devono ricorrere alla struttura ospedaliera: si tratta soprattutto di anziani.
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